Monreale, due vittime della sparatoria facevano parte della Confraternita del SS. Crocifisso. L’Arcivescovo Gualtiero Isacchi invoca il silenzio

Questa mattina, atterrato a Palermo con il primo volo da Roma di ritorno dalla celebrazione
del funerale di Papa Francesco, l’Arcivescovo di Monreale Mons. Gualtiero Isacchi e’ stato accolto con una notizia “dolorosa, sconcertante e
inaccettabile: una assurda rissa sfociata in tragedia che ha portato la morte di tre giovani della nostra
città, due dei quali membri della Confraternita del Santissimo Crocifisso” – scrive l’alto prelato in una nota.

“La violenza – prosegue – ha nuovamente colpito e questa volta i nostri ragazzi nel cuore di Monreale!
Di fronte ad un simile evento, la parola più eloquente è il silenzio, i gesti più appropriati, la
preghiera e il pianto. Esprimo il mio personale cordoglio e la mia vicinanza ai famigliari nel loro
infinito dolore, così come anche agli amici e all’intera città di Monreale oggi preda dello sconforto.
Questo fatto mi colpisce e genera in me un senso di responsabilità, perché queste morti
chiedono e meritano una risposta personale da parte di ciascuno. La violenza è ormai cifra caratterizzante del nostro convivere sociale: l’uso delle parole, il
bullismo, gli abusi su bimbi e donne, le prepotenze, l’arroganza e molte altre manifestazioni, infettano
il nostro modo di comunicare, di convivere e di abitare la casa comune. Tutto ciò non può che sfociare nella violenza e nella morte.
Basta! È necessario fermarci, interrogarci e farci carico della complessità sociale avviando
laboratori di civiltà nuova. Questa tragedia accaduta nel tempo dei festeggiamenti del Santissimo
Crocifisso ci chiede di farci promotori di una nuova umanità che ha proprio nel Crocifisso il modello
ispiratore e la speranza di realizzazione.
Prego per le anime di Salvatore Turdo, Massimo Pirozzo e Andrea Miceli, perché il Padre
misericordioso li accolga tra le sue braccia. Prego per le loro famiglie e per i loro amici, perché questo
nostro dolore ispiri nell’intera comunità monrealese il profondo desiderio di un mondo nuovo”.

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