Cinisi, 80esimo anniversario dell’uccisione del Brigadiere Guerrino Miglioranzi

Commemorazione a Cinisi dell’80° anniversario dall’assassinio del Brigadiere dei Carabinieri Guerrino MIGLIORANZIMedaglia d’Argento al Valor Militare alla Memoria, vilmente ucciso a soli 27anni, durante un conflitto a fuoco, avvenuto nel corso dello svolgimento del servizio, mentre fronteggiava con profonda dedizione al dovere, tre pericolosi malviventi.

L’evento, scandito da un commosso coinvolgimento di tutti i presenti, si è tenuto sul luogo dell’omicidio, ad angolo tra via San Pietro e via Domenico Giunta, dove è stata deposta una corona in omaggio all’eroico Carabiniere.

Tra i presenti, insieme ai familiari del decorato, hanno partecipato alla cerimonia il Comandante Provinciale di Palermo, il Generale di Brigata Luciano Magrini, la Sindaca di Cinisi, la Dott.ssa Vera Abbate, il Sindaco di Villafranca di Verona, il Dott. Roberto Ruta Dall’Oca, nonché altre autorità civili, militari e religiose. All’evento hanno preso parte anche una rappresentanza dell’Associazione Nazionale Carabinieri in congedo della Sezione di Carini e Capaci e, un gruppo di studenti dell’Istituto “Tenente Anania” di Cinisi.

Le fasi della cerimonia commemorativa sono state scandite anche dalla importante attestazione di unione dei Sindaci di Cinisi e Villafranca di Verona, che hanno con le loro presenza e testimonianza  sancito un legame profondo tra le due comunità cittadine, distanti geograficamente ma unite in un dolore che, si trasforma in memoria e affermazione di coraggio, quel coraggio necessario ai giovani, perché nei loro cuori e nelle loro menti possa crescere quel senso di onore, responsabilità e servizio che orienterà le loro scelte nel futuro. Solenne il momento di preghiera, officiato da Don Antonio Ortoleva, Arciprete di Cinisi, al quale è seguita la lettura della “Preghiera del Carabiniere”.

Al termine del momento di raccoglimento è stata data lettura della motivazione della ricompensa: 

Di notte in servizio nell’abitato con dipendente Carabiniere per la ricerca di pericolosi malfattori, imbattutosi in una strada angusta con tre di essi, li affrontava coraggiosamente, incurante del grave pericolo cui si esponeva. Fatto segno a breve distanza. A colpi di pistola, rispondeva decisamente al fuoco, fino a quando, colpito mortalmente, si abbatteva al suolo, ove poco dopo spirava. Bell’esempio di eroismo e di profonda dedizione al dovere. Cinisi (PA), 16 aprile 1945”.

Toccanti le parole del Generale Magrini che, nel suo discorso, ha ringraziato le autorità intervenute e tutti i partecipanti all’evento, ricordando la figura del Brigadiere MIGLIORAZZI, sottolineando che sono trascorsi 80 anni dal sacrificio di questo giovane ragazzo, appena 27enne, che cosciente dei rischi che stava correndo, ha affrontato tre malviventi con coraggio e profondo senso di responsabilità e dovere. Un eroe che ha perso la vita per il Bene della collettività e che oggi rappresenta, per noi tutti, un modello al quale ci ispiriamo, quotidianamente, per dare alle comunità a noi affidate serenità e sicurezza. Una sicurezza che si realizza attraverso il lavoro non solo delle Forze dell’Ordine, ma anche delle Autorità cittadine e soprattutto, con l’impegno di uomini, donne e ragazzi che, oggi più che mai, stanno prendendo coscienza del fenomeno mafioso e della necessità di combattere, quotidianamente, la cultura omertosa che ha reso negli anni passati le organizzazioni criminali un punto di riferimento.

Guerrino MIGLIORANZI, nato il 30 maggio 1917 a Dossobuono di Villafranca (VR), dopo l’arruolamento nell’Arma venne assegnato alla Stazione Carabinieri di Cinisi.

La sera del 16 aprile 1945, dopo aver scoperto i responsabili di una rapina perpetrata pochi giorni prima nelle campagne limitrofe all’abitato, avuta indicazione di dove si trovasse la refurtiva, unitamente ad altro Carabiniere si incamminò per andare a recuperare il maltolto. 

Erano le 21:00 circa, giunti in via Domenico Giunta, all’incrocio con via San Pietro, i due militari scorsero tre individui fermi in atteggiamento sospetto. Intimato l’alt, i malfattori arretrarono nascondendosi a ridosso delle abitazioni da dove uno di essi aprì il fuoco con una pistola esplodendo cinque colpi all’indirizzo del brigadiere, il quale poté appena rispondere con due colpi del proprio moschetto prima di accasciarsi in strada mortalmente ferito. Subito soccorso dal collega, il Brigadiere morì durante il trasporto in caserma.

Nel rapporto giudiziario sull’evento, il Comandante della Stazione dell’epoca, così tratteggia la figura del giovane Brigadiere: “Intelligente, istruito e coraggioso, schiavo del dovere godeva la stima di quanti ebbero l’onore di conoscerlo. Diverse volte il sottoscritto lo aveva pregato di usare più prudenza nel servizio, ma lui rispondeva che la sua vita non gli importava perché voleva togliere dalla società chi la disonorava”. 

Il 7 gennaio 1947, per il gesto eroico compiuto al costo della vita, gli venne tributata la Medaglia d’Argento al Valor Militare alla memoria.

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