Maxi retata antimafia: i nomi dei fermati tra Carini e Terrasini

Nell’ambito della maxi retata disposta dalla Direzione Distrettuale Antimafia, tra Carini e Terrasini che appartengono al mandamento di San Lorenzo sono scattati i fermi per: Giuseppe Lo Duca, 52 anni, Giuseppe Passalacqua, 55 anni, Salvatore Prano, 58 anni, Mirko Lo Iacono, 28 anni, Giuseppe Basile, 29 anni, Stefano Randazzo, 26 anni, Gioacchino Rella, 52 anni, Andrea Giambanco, 59 anni, Alfonso Zinna, 27 anni, Giuseppe Cosenza 50 anni, Vito Cardinale,42 anni,Gianfranco Grigoli, 52 anni, Giuseppe Caruso, 49 anni, Alessio Steri, 37 anni, Guido Massaro, 32 anni, Gianfilippo Libonati, 46 anni, Vincenza Dragotto, 43 anni, Vincenzo Guccione, 22 anni, Mirko Bevilacqua, 24 anni, Angelo Barone, 40 anni, Roberto Barone, 59 anni, Luca Lentini, 40 anni, Salvatore Cataldo, 75 anni, Umberto Ferrigno, 68 anni, Giuseppe Stanzione, 67 anni, Giovanni Romano, 38 anni, Giuseppe Pisciotta, 37 anni, Emanuele Bommarito, 44 anni, Alfonso D’Anna, 68 anni, Salvatore D’Anna 64 anni, Davide Minore, 43 anni, Giuseppe Valgellini, 46 anni, Salvatore Minore, 40 anni, Benedetto Bacchi, 52 anni.
Gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, tentato omicidio, estorsioni, consumate o tentate, aggravate dal metodo mafioso, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, favoreggiamento personale, reati in materia di armi, contro il patrimonio, la persona, esercizio abusivo del gioco d’azzardo.
Alcuni boss finiti in carcere nella maxi operazione antimafia che ha portato all’esecuzione di 183 misure cautelari, erano talmente sicuri di non poter essere intercettati da non prendere alcuna precauzione nelle riunioni online per decidere le strategie di riorganizzazione della commissione provinciale. A tal punto da svelare i nomi dei capi dei diversi mandamenti e i nuovi organigrammi.
Non sospettavano che dall’altra parte i carabinieri del reparto operativo e del nucleo investigativo guidati dal colonello Ivan Boracchia e dal tenente colonnello Domenico La Padula stessero ascoltando ogni parola dopo essere riusciti a bucare la crittografia dei loro telefoni.
Fuori dalla caserma Giacinto Carini, sede del comando provinciale di Palermo, in piazza Verdi ci sono tanti parenti dei 181 arrestati. Qui sono stati portati gli indagati dopo l’esecuzione delle ordinanze cautelari della Dda. Attorno alla caserma c’è una massiccia presenza di carabinieri.