Il Carnevale di Cinisi rischia di naufragare: i carristi non hanno partecipato al bando comunale della discordia
Il carnevale di Cinisi rischia di naufragare. L’associazione Culturale La Maschera insieme a tutti i gruppi (Artisti per caso, Operativi, Imprevedibili, Schiffarati e i Lupunara) hanno deciso di non partecipare al bando pubblicato dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Vera Abbate lo scorso 26 novembre e scaduto ieri, per la realizzazione dei Carri Allegorici.
Quindi l’edizione 2025 di ciò che rappresenta l’evento cardine per la comunità cinisara che ogni anno richiama migliaia di visitatori rischia di svanire. L’associazione La Maschera e i gruppi dei carristi hanno deciso di non partecipare perché reputano “non adeguate le condizioni dettate dal bando al fine della realizzazione delle pregiate opere di carta pesta e di conseguenza al miglioramento della tradizione”.
“L’ass. La Maschera – scrive in un comunicato – in questi anni si è fatta carico dell’intera organizzazione del Carnevale di Cinisi, agendo con eccellenti risultati palesi, ma con un’occhio rivolto sempre al futuro, perché l’obiettivo fondamentale è sempre stato creare una storicità ed apportare continue migliorie. La nostra è stata una decisione ponderata, tenendo conto anche degli eventi susseguitisi; nelle prime settimane di ottobre siamo stati invitati dall’Amministrazione a partecipare a riunioni per lo più conoscitive e informative, ad esporre le nostre necessità. Al termine di tali incontri – prosegue la nota – siamo stati esortati ad attendere un loro riscontro, che purtroppo non è mai arrivato. I fatti sono stati nettamente contrari alle parole, culminati con la pubblicazione a sorpresa di un bando (palesemente poco originale), il quale è stato ritenuto dai carristi poco rispettoso, nei confronti dell’Associazione e di chi in questi anni si è speso per portare avanti la più grande manifestazione del paese. A seguito di un’attenta analisi del bando, le condizioni offerte dall’Amministrazione, vantaggiose economicamente sulla carta, non consentono a tutti i gruppi di poter partecipare e, qualora avessero potuto, sarebbero stati soggetti a molteplici sanzioni, che per i tempi e i metodi di lavoro della tradizione cinisara mettevano i Maestri Carristi in condizioni svantaggiose da qualsiasi punto di vista, oltre a vincoli di carattere tecnico che non permettevano la naturale sfilata nel tradizionale circuito”.
L’associazione, inoltre, “non ha ritenuto un atteggiamento corretto il volere coinvolgere singolarmente i Capi Carro, in quanto tale atteggiamento si pone in totale contrasto con i principi di unità e coesione caratterizzanti di un’Associazione”.
L’articolo 11 del bando contestato cita testualmente: “Durante tutto il periodo di Carnevale è fatto assoluto divieto di assumere forme di protesta non conformi allo spirito festoso del Carnevale di Cinisi” e “di manifestare e/o fare dichiarazioni ingiuriose e offensive, o di assumere comportamenti di dissenso in relazione all’operato del Comune, dei suoi collaboratori, del soggetto gestore o degli altri partecipanti”. Da qui le prime proteste che hanno portato a questo amaro epilogo.
Il sindaco di Cinisi Vera Abbate aveva provato a gettare acqua sul fuoco precisando di “non avere l’intento di limitare la libertà di espressione o la creatività dei partecipanti; mira esclusivamente alla tutela del Comune di Cinisi in quanto ente istituzionale, evitando che i manufatti presentati possano risultare offensivi o ingiuriosi nei confronti del Comune stesso. La libertà di satira e di critica politica – aveva scritto sui social- è pienamente garantita, e anzi, è un elemento fondamentale della democrazia e del dibattito pubblico. Tuttavia, è necessario distinguere tra espressione creativa e comportamenti o dichiarazioni che possano arrecare danno all’immagine del Comune, compromettendo lo spirito festoso della manifestazione”.
Rassicurazioni che non hanno evidentemente convinto i carristi che hanno già deciso di rinunciare a mettersi all’opera per il prossimo Carnevale.