A Carini tornano le Vie dei Tesori: il mosaico De Spuches apre al pubblico per la prima volta
Il mosaico Galati De Spuches sarà la vera sorpresa della quarta edizione delle Vie dei Tesori a Carini, presentata questa mattina a Palermo. Nel weekend, infatti, il pavimento musivo, scoperto dal principe De Spuches a fine Ottocento, rimasto per anni diviso nelle casse, finalmente restaurato e ricomposto, sarà visibile per la prima volta proprio per il festival (venerdì 4 e 11, dalle ore 10 alle 15.30).
Era il 1873 quando Giuseppe De Spuches, grande appassionato di archeologia, riuscì a salvare l’enorme (circa 142 metri quadrati) mosaico tardo romano, risalente all’antica Hykkara, scoperto per caso in un terreno in contrada San Nicola. Il principe trasferì il mosaico nel suo palazzo palermitano che dopo la guerra venne venduto a Renato Guttuso, ma la moglie Mimise volle fosse smontato perché convinta che i pavoni e gli uccelli rappresentati portassero sfortuna. Il pavimento musivo finisce nelle casse e vi rimane almeno mezzo secolo. Giunge a Carini, nei magazzini: un anno fa il Comune avvia il restauro e decide per la collocazione nel chiostro dell’ex convento di San Rocco, sotto una struttura in acciaio e vetro progettata dell’architetto Paolo Palmeri. Le Vie dei Tesori saranno la prima occasione per ammirarlo, work in progress, e ascoltare direttamente le spiegazioni dei restauratori che lo hanno riportato all’antico splendore.
Il festival che torna a Carini per tre fine settimana di fila sarà l’occasione anche per scoprire le altre bellezze che il Comune custodisce: dall’oratorio serpottiano al famoso castello dell’”amaru casu della barunissa”, passando per le chiese preziose e l’enorme complesso catacombale di oltre 3.500 metri quadrati utilizzato tra il IV e l’VIII secolo, il più grande della Sicilia occidentale.
Tra i secoli XV e XVI, e grazie al mecenatismo dei principi La Grua, Carini si trasforma in città d’arte. Da non perdere la passeggiata “sonora” attraverso i quattro organi monumentali che la città possiede (in programma domenica 6-20 ottobre ore 16 e sabato 12 ottobre dalle 16). Quattro chiese e altrettanti organi monumentali, tre dei quali ancora perfettamente funzionanti: dallo strumento seicentesco della chiesa del Carmine costruito da Antonio La Valle, di una famosa e antica famiglia di organari palermitani; all’organo cinquecentesco dell’oratorio serpottiano del Santissimo Sacramento, a quello della Chiesa Madre realizzato dal palermitano Giacinto Micales-Lugaro nel 1911; fino all’organo ottocentesco della chiesa di San Vincenzo Ferrei che riproduce il suono di un’intera banda, e fu costruito dal famoso Francesco La Grassa. Un organista e musicologo mostrerà il funzionamento degli strumenti, ne racconterà la storia e farà ascoltare pezzi di Bach, Mozart, Franck e Morricone.
Il programma completo delle Vie dei Tesori a Carini.
“Dopo più di un secolo di girovagare in ville private e nei magazzini di altri musei – commenta il sindaco Giovì Monteleone – il preziosissimo reperto archeologico, testimonianza dell’antica Hykkara tardoromana, finalmente sarà aperto, temporaneamente, alla collettività in occasione delle Vie dei Tesori. Un fatto reso possibile grazie alla collaborazione tra il Comune di Carini e la Sovrintendenza. Aspettiamo i visitatori che vorranno ammirarlo e ascoltare la spiegazione dei restauratori della ditta Ivana Mancino nell’ex chiostro di San Rocco, a Carini, dove – per ospitare il pavimento musivo, proveniente da una villa scoperta da Giuseppe De Spuches, principe di Galati, in contrada San Nicola, a Carini, nel 1873. – è stato realizzato dall’architetto Paolo Palmeri uno splendido padiglione espositivo. Un’opera – continua il primo cittadino – finanziata dall’Unione europea attraverso il Fondo europeo di sviluppo regionale e che ha visto nel ruolo di responsabile unico del procedimento, il capo ripartizione dei Lavori pubblici del Comune di Carini. L’ex convento San Rocco, con il nuovo padiglione e il mosaico, insieme agli altri monumenti restaurati e al neonato museo delle catacombe di Villagrazia, di proprietà della Regione, costituiranno – conclude il sindaco – un’altra tappa del percorso storico culturale patrimonio dei carinesi da trasmettere alle future generazioni”.