La reliquia del Giudice Livatino alla presenza degli studenti e degli insegnanti a Partinico
Presso l’auditorium del liceo partinicese si è svolto un evento che ha tenuto circa 250 ragazzi in un ascolto riflessivo di parole di giustizia tanto attese e desiderate.
Protagonista Rosario Livatino, testimone credibile che in modo discreto e incisivo, senza urlare, ha segnato una svolta decisiva nella lotta alla mafia. L’uomo che indossava la camicia insanguinata contenuta oggi nel reliquiario esposto sul palco dell’auditorium, da artigiano della giustizia, sa- peva vedere l’uomo più che il mafioso, la giustizia più che la legalità, l’azione silenziosa più che la parola urlata.
Lo spazio di una scala lo separava dall’abitazione al piano superiore della casa dove abitava un mafioso, pochi passi e gradini che non hanno fatto arretrare il suo coraggio in nome della giustizia, “sub tutela Dei”. Le sue ultime parole a chi lo uccideva? “Picciotti, che cosa vi ho fatto”?
Ecco un esempio concreto e un insegnamento da maestro della credibilità che non accusa l’ingiustizia ma difende la giustizia, non grida ma agisce, non inveisce ma si interroga sul proprio operato.
L’evento ha avuto inizio con l’accoglienza delle reliquie del Beato Rosario Livatino accompagnate dall’Inno che ha sempre sostenuto i giovani alle Giornate Mondiali della Gioventù: “Jesus Christ you are muy life”. Dopo il saluto di benvenuto della Dirigente Scolastica Prof.ssa Lucia La Fata, i ragazzi hanno ascoltato il Presidente diocesano di azione Cattolica Dott. Benedetto Caruso e il Prof. Giuseppe Savagnone, il Magistrato Domenico Gozzo e la Dott.ssa Giuseppina Addelfio, Viceprefetto Aggiunto, il sindaco di Partinico Dott. Pietro Rao e la Prof.ssa Santagati.
Sua Eccellenza Mons. Gualtiero Isacchi Arcivescovo di Monreale ha espresso particolare apprezzamento per gli interventi degli studenti, che hanno partecipato attraverso video e letture di scritti di Rosario Livatino, intermezzi musicali e domande.
La giornata si è conclusa con una fiaccolata cittadina alla presenza delle reliquie dell’uomo che “non ha fatto qualcosa di giusto, ma è stato giusto […] non per la legalità ma per la giustizia, perché la legge a volte è ingiusta”. Queste le delicate parole di fuoco del Procuratore della Repubblica di Avellino Dott. Domenico Airoma durante la fiaccolata che ha anche ricordato infine le parole indimenticabili pronunciate da Papa Giovanni Paolo II nel ‘93 nella Valle dei Templi di Agrigento, con il fervore dell’uomo che aveva appena ascoltato dalla madre del giudice il dolore discreto e grato al bene che dal sacrificio del figlio è nato: “Una volta Dio ha detto: ‘Non uccidere’. Nessun uomo, nessuna associazione umana, nessuna mafia può cambiare e calpestare questo diritto santissimo di Dio…
Nel nome di Cristo crocifisso e risorto… mi rivolgo ai responsabili: CON- VERTITEVI. Un giorno arriverà il giudizio di Dio”.
“Oggi i nostri studenti e tutti noi presenti all’incontro abbiamo imparato tanto – si legge in una nota del liceo – e cioè che la credibilità è il credo più sincero, fatto di gesti e scelte che qualificano il nostro “essere credibili” agli occhi di chi ci circonda, guardando l’essere nella sua totalità con i bisogni e le necessità di cui è portatore”.