Balestrate, un premio letterario per valorizzare le terre dei re: iscrizioni entro maggio, Ovadia presidente onorario
Al via a Balestrate il primo premio letterario Terre delle Balestrate, che prende il nome dalla cooperativa di comunità che lo ha indetto. Si tratta di un consorzio nato lo scorso anno per valorizzare il territorio e le sue peculiarità storiche e naturalistiche. Presidente onorario della giuria è l’artista internazionale Moni Ovadia, innamorato della bellezza del territorio tanto da decidere di supportare l’attività della cooperativa. Per iscriversi c’è tempo fino al prossimo 31 maggio. La data della premiazione sarà comunicata successivamente ma si terrà tra fine luglio e i primi di agosto. Cinque le sezioni previste: poesia in lingua italiana, poesia in vernacolo, racconti brevi, racconti brevi sul tema “i sussurri del mare”, racconti brevi e infine una sezione riservata per i minori di 18 anni. Il regolamento dettagliato si trova sul sito https://www.terredellebalestrate.it/premioletterariobalestrate2024/.
Dopo quasi dieci anni a Balestrate torna un prestigioso premio letterario. A promuoverlo la cooperativa di comunità che conta 50 soci tra professionisti, cittadini, aziende e associazioni del territorio che si sono uniti per cercare di costruire un modello di sviluppo sostenibile di un territorio ricco di potenzialità ma colpito da una grave crisi socio economica. Le terre delle Balestrate identificano un luogo incantato nella Sicilia occidentale, tra le province di Trapani e Palermo, ritenute predilette dai re, che qui transitavano per andare a caccia sul vicino monte Inici. Nel 1307, il re Alfonso d’Aragona istituì le balestrate, un lembo di terra, distante dal bagnasciuga quanto un tiro di balestra, dal torrente San Cataldo al torrente Calatubo, riservandole al suo uso venatorio e ai transiti strategici. Nel 1820, re Ferdinando I delle Due Sicilie elevò le borgate di Sicciara e Trappeto a comune, denominandolo Balestrate. Qui i Florio, i Woodhouse, gli Ingham e altri capitani d’impresa realizzarono i loro stabilimenti che, se pur succursali, fornirono un terzo di mosto e vino che sarebbe divenuto vino Marsala, per essere esportato in tutto il mondo. Sono parte di un territorio ricco di storia e vocato all’eccellenza, dove montagna, campagna e mare si incontrano per generare la malìa di quell’habitat che da sempre ha attratto la presenza dell’uomo e che oggi fanno il paio con ambiente, cultura e mare, e dove si sta sviluppando un nuovo filone economico legato all’agricoltura, la coltivazione di frutta tropicale e in particolare di mango.