Corleone, percorso della legalità con pietre d’inciampo dedicate alle vittime di mafia
Domenica 3 dicembre alle 11 sarà inaugurato a Corleone il percorso di legalità da piazza Garibaldi a piazza Falcone e Borsellino, con le pietre d’inciampo per non dimenticare. nate su progetto della Cgil Palermo. La proposta, avanzata a marzo dal sindacato al sindaco di Corleone, Nicolò Nicolosi, ha previsto l’installazione di 28 mattonelle per la legalità e la memoria “Anche le pietre parlano” lungo il marciapiede di corso Francesco Bentivegna, la strada interessata a un progetto di riqualificazione del comune.
“Anche le pietre parlano in una città come Corleone e parlano i protagonisti della lotta alla mafia. L’idea della Cgil – spiegano Mario Ridulfo, Dino Paternostro e Caterina Pollichino – è stata quella non solo di rendere onore ai martiri della lotta alla mafia, ma anche quello di lanciare un messaggio che capovolge i luoghi comuni, ancora purtroppo presenti nell’immaginario collettivo e nel racconto mediatico, che fa di Corleone la capitale dell’omertà mafiosa. Capovolgere questo racconto significa, infatti, potere dire che non solo Corleone è capitale dell’antimafia, ma che a Corleone, quando si parla di mafia, ‘anche le pietre parlano’”.
Le mattonelle, in ceramica, sono dedicate alle vittime innocenti e ai martiri caduti nella lotta alla criminalità mafiosa, sul modello di quanto già fatto in diverse località italiane e straniere per le vittime della Shoah e dei campi di sterminio nazisti. Tra i nomi, quelli di sindacalisti come Placido Rizzotto, Nicolò Alongi, Accursio Miraglia, Giovanni Orcel, Berardino Verro, Giovanni Zangara, Giuseppe Rumore, dei magistrati Cesare Terranova Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, di Carlo Alberto Dalla Chiesa, di Piersanti Mattarella e Pio La Torre, del giornalista Mario Francese, di Peppino Impastato, del pastorello Giuseppe Letizia, di Joe Petrosino, delle vittime di Portella della Ginestra e di tre donne protagoniste della lotta alla mafia come Maria Vallone, moglie di Giuseppe Rumore, Felicia Impastato, madre coraggio di Peppino Impastato, e Antonella Azoti, figlia di Nicolò Azoti, segretario della Camera del Lavoro di Baucina, ucciso il 21 dicembre del 1946.