Carini, studenti a lezione di sostenibilità alla Coreplast
Come nascono prodotti nuovi riciclando gli scarti di produzione? Come prendono vita prodotti medicali biodegradabili e come fa un’industria ad alimentare la produzione utilizzando i pannelli fotovoltaici? Questo e molto altro quello che hanno imparato circa 80 studenti dell’istituto comprensivo Beato Don Pino Puglisi di Villafrati di seconda e terza media, arrivati anche da Mezzojuso e Godrano, nel corso di una visita alla Coreplast, l’azienda con sede nell’area industriale di Carini che progetta e realizza stampi in acciaio e alluminio per la produzione di materiale plastico, anche bio.
La visita è parte integrante del progetto “Transizione ecologica, una sfida possibile” dei GRE Sicilia (Gruppi di ricerca ecologica), giunti alla seconda edizione e finanziati dall’assessorato del Territorio e dell’ambiente della Regione Siciliana, il cui obiettivo è sensibilizzare i giovani alla sostenibilità ambientale, spronando la pratica di comportamenti virtuosi.
Dieci in tutto le scuole, dalla primaria alle superiori, che faranno tappa alla Coreplast da oggi al 1° dicembre. I comuni coinvolti quest’anno sono Bolognetta, Marineo, Cinisi e Palermo. Il progetto prevede anche lezioni in aula tenute dagli esperti dei GRE Sicilia. “Gli istituti cittadini scelti – spiega il presidente dei GRE Sicilia Mauro Mannino – operano in quartieri periferici con situazioni sociali difficili e proprio per questo sono stati coinvolti nel progetto che prevede anche la piantumazione di alberi nelle scuole partecipanti e un modulo natura, che si è già concluso, nel corso del quale gli studenti hanno avuto la possibilità di entrare in contatto ravvicinato con flora e fauna: li abbiamo portati a visitare il bosco della Ficuzza”.
Oggi il via alle visite alla Coreplast. Il fondatore Baldo Di Giovanni ha guidato gli studenti alla scoperta dell’azienda di famiglia, amministrata dal figlio Luca, mostrando loro come nasce un prodotto, partendo dal disegno in 3D passando per la lavorazione dell’acciaio nelle frese a controllo numerico fino alla realizzazione dello stampo che va montato nelle presse a iniezione per la produzione del manufatto finale. Tra i prodotti finali che hanno potuto vedere anche alcuni boccagli per esami pediatrici e cintini medicali fatti in bio plastica, una plastica che nasce dal mais e che si può qualificare come bio perché non contenendo derivati dal petrolio si può gettare nell’umido deteriorandosi in circa sei mesi.
I giovanissimi di 12 e 13 anni, inoltre, dopo aver visto che fine fanno gli scarti di produzione (vengono raccolti e macinati diventando granuli che vengono reintrodotti in percentuale nella produzione), hanno potuto macinare e toccare con le proprie maniil frutto finale del loro “lavoro”. Un’esperienza che li ha entusiasmati. “È stata una nuova, bella e utile esperienza perché -racconta uno di loro – in pochi secondi abbiamo potuto capire come funziona il processo del riciclo degli scarti e il lavoro degli operai di questa azienda”. “Abbiamo scoperto la natura di oggetti che usiamo quotidianamente, abbiamo capito da dove vengono, come nascono”, il commento a caldo di un’altra studentessa.
La visita è piaciuta anche ai docenti. “Un’esperienza formativa per i ragazzi – commenta la professoressa Chiara Impastato – che dalla conoscenza teorica sono passati alla pratica. È stata una forma diretta di apprendimento che li ha coinvolti. Hanno imparato facendo”. Gli studenti infine hanno assistito anche ad una breve ma significativa spiegazione sul funzionamento di un pannello fotovoltaico. La Coreplast, infatti, ospita sul tetto dello stabilimento un impianto da 200 chilowatt.
“Ancora una volta la nostra azienda – commenta Baldo Di Giovanni – ha avuto il privilegio di ospitare i ragazzi e i docenti delle scuole che hanno preso parte al progetto. Condividere tale esperienza e soprattutto l’interesse e l’entusiasmo degli studenti, nei confronti di un argomento così serio e rilevante, è per noi motivo d’orgoglio. Riuscire a educare al pensiero ecologico una generazione di giovanissimi e trasmettere il significato profondo dell’acquisizione di consapevolezza rispetto ai temi della sostenibilità, nonché della protezione dell’ambiente, ci fa ben sperare che davvero si tratta di ‘una sfida possibile’ e tutto ciò crea le basi per la possibilità di un futuro migliore. Anche per noi è stato necessario rimodulare il processo-sistema industriale, tenendo conto della priorità, che è appunto il rispetto e la salvaguardia dell’ambiente. Per questo motivo impegniamocostantemente le nostre energie per utilizzare al meglio le risorse e creare le migliori condizioni di lavoro per i dipendenti, un uso efficiente dell’acqua, delle diverse fonti di energia e cercando di ridurre al minimo gli sprechi con la cultura del riciclo. È quindi, di una sfida comune che stiamo parlando, per questo motivo, ognuno di noi deve fermamente impegnarsi a fare la propria parte perché la sfida possa essere davvero possibile”.