Alcamo, traffico di stupefacenti: 8 rinviati a giudizio
Le accuse a vario titolo sono quelle di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Per questi reati il gup Massimo Corleo ha rinviato a giudizio otto persone, coinvolte nell’operazione Oro Bianco, che scattò ad Alcamo la notte del 21 ottobre di due anni fa. Il processo avrà inizio il prossimo 16 novembre davanti ai giudici del Tribunale di Trapani. I rinviati a giudizio appartengono a varie categorie sociali: macellai, barbieri, infermieri, imprenditori, sono alcune delle professioni delle persone rinviate a giudizio nello stralcio del processo Oro Bianco. Altri imputati hanno patteggiato e altri ancora sono stati condannati col rito abbreviato.
Quasi tutti alcamesi gli imputati. Rinviati a giudizio i fratelli Vincenzo e Leonardo Renda, il figlio di quest’ultimo Mariano. Inoltre Ignazio Camarda, Libio Stabile e Girolamo Tartamella. Antonino Casarrubia e Marcello Provenzano sono invece di Partinico. Le indagini dell’operazione Oro Bianco, svolte dagli investigatori del commissariato di Alcamo e squadra mobile di Trapani, vennero avviate nella primavera del 2017 e proseguirono fino all’estate del 2019. Nelle circa duecento pagine dell’ordinanza firmata dal gip Filippo Serio sono descritte le attività di traffico e di spaccio di droga con le quali il clan, dapprima capeggiato da Giuseppe Di Giovanni, condannato per mafia nel processo scaturito dall’operazione antimafia Frezeer, e poi passato nelle mani del padre Francesco Di Giovanni, noto imprenditore nel settore autotrasporto, e Giuseppe Vilardi. La droga, cocaina in particolare, chiamata in codice «bomboniera», venduta a dose tra i 70 e gli 80 euro, arrivava da Latina e da narcotrafficanti che operano nel centro Italia.
Il traffico di droga fra il trapanese ed il palermitano, ha già portato a sette condanne nell’ambito del processo in abbreviato Oro Bianco 1. Le pene più pesanti quelle comminate agli alcamesi Giuseppe Di Giovanni: 17 anni e 9 mesi; Antonio Vilardi: otto anni; al partinicese Gioacchino Guida inflitti 17 anni e 9 mesi. Processo invece a rilento, sempre a Trapani, per gli imputati che avevano scelto il rito ordinario. È stata infatti rinviata anche l’ultima udienza, quella di lunedì scorso. Il collegio giudicante, presieduto da Franco Messina, attende ancora che i consulenti incaricati consegnino le trascrizioni della grande mole di intercettazioni. Una indagine importante, seguita dalle pm Alessia Sinatra, Procura distrettuale di Palermo, e Francesca Urbani, della Procura di Trapani, che avrebbe scardinato uno dei più grossi centri nevralgici dello spaccio e del traffico di droga nel Trapanese.
di Giuseppe Maniscalchi