Mafia, niente colloqui telefonici tra i fratelli ergastolani di Partinico Vito e Leonardo Vitale

La Cassazione ribalta con sentenza l’ordinanza emessa dal tribunale di sorveglianza di Sassari, negando nuovamente ai due fratelli ergastolani di Partinico, Vito e Leonardo Vitale la possibilità di avere colloqui telefonici.
Opportunità già negata dal carcere di Sassari, dove è detenuto Leonardo Vitale, sulla base di un parere richiesto ed ottenuto dalla Direzione Distrettuale Antimafia, secondo cui a Partinico è “accertata la vitalità dell’organizzazione in grado di scambiarsi informazioni criminali da dentro e fuori il carcere, così come il ruolo egemonico di entrambi i fratelli al suo interno, i quali – sempre secondo la dda- avrebbero mantenuto il controllo delle operazioni criminali”.
Non era d’accordo il tribunale di sorveglianza che a seguito di un ricorso presentato da Leonardo Vitale aveva emanato un’ordinanza per ripristinare le telefonate tra i due congiunti sostenendo che “viene non si può violare un diritto dei detenuti sulla base di affermazioni generiche fatte dalla dda, inidonee a dimostrare l’esistenza di pericoli attuali per l’ordine e la sicurezza pubblica, legate allo svolgimento del colloquio”.
Ma il Ministero di Giustizia ha impugnato l’ordinanza del tribunale di sorveglianza di Sassari rimandando la decisone alla Suprema Corte di Cassazione secondo cui il parere della Dda, seppur non vincolante, è “l’organo consultivo in possesso di un patrimonio informativo prezioso al fine di orientare la scelta amministrativa”.
Da qui la decisione di annullare l’ordinanza del tribunale di sorveglianza di Sassari negando quindi ai due boss ergastolani di Partinico, entrambi detenuti con il regime del 41 bis, di poter interloquire telefonicamente.