Cinisi, foto e testimonianze su presunto legame tra delitto Impastato e strage di Alcamo Marina

Un traffico di armi e la strage della casermetta ad Alcamo Marina sarebbero state al centro di un’inchiesta giornalistica seguita da Peppino Impastato, il militante di democrazia proletaria di Cinisi assassinato dalla mafia il 9 maggio del 1978 perché dai microfoni di Radio Aut denunciava illeciti e sbeffeggiava gli esponenti locali di Cosa Nostra.
A rivelarlo sarebbero state foto e testimonianze recuperate dal quotidiano Il Riformista, secondo cui “stabiliscono un legame preciso tra la morte di Peppino Impastato e il duplice omicidio avvenuto nella località balneare la notte tra il 26 e 27 gennaio 1976”.
In quella notte, un commando assaltò la caserma di Alcamo Marina e ed uccise due carabinieri, Salvatore Falcetta e Carmine Apuzzo. Un crimine ad oggi impunito e depistato. Già nel nel 2012, il fratello di Peppino, Giovanni Impastato avrebbe aperto questa strada rivelando alcuni particolari alla Procura di Palermo. “Peppino aveva una cartelletta dove raccoglieva informazioni sulla vicenda – disse – era convinto del coinvolgimento dei Servizi, aveva delle fonti”.
Oggi arrivano altre testimonianze a supporto di questa tesi oltre ad alcune fotografie che potrebbero riaprire questo legame nascosto.
Andrea Bartolotta, amico e sodale di Peppino nella storica Radio Aut, al Riformista avrebbe riferito che “Impastato non si dava pace, non aveva mai mollato la sua personale inchiesta su Alkamar. La connetteva a campi para-militari e a traffici di armi. Era però molto accorto, ne parlava come di un lavoro di contro-informazione che doveva avere basi sicure prima di essere rivelato”.
Bartolotta avrebbe raccontato questa storia alla Procura di Palermo nel 2015 e avrebbe accennato a delle foto di sbarchi avvenuti all’epoca tra Cinisi e Terrasini. Gli investigatori però non si starebbero ancora interessando a queste immagini inedite che oggi il Riformista ha pubblicato.