Castellammare del Golfo, l’ultimo saluto a Gregory Bongiorno
«Un uomo capace di discernimento tra il bene ed il male, il giusto e l’ingiusto. Questo è stato Gregory. Viviamo in una società che non ha più il coraggio di discernere, che si adegua a seconda delle convenienze e non in base ai valori. Ma Trapani non è solo borghesia mafiosa, è anche la capacità di discernere come quella che ha avuto Gregory».
Il silenzio di una città in lutto è rotto solo dal suono delle campane e dalle parole del vescovo Pietro Maria Fragnelli che, nella chiesa Madre di Castellammare del Golfo ha toccato l’anima addolorata dei tantissimi che hanno voluto dare l’ultimo saluto a Gregory Bongiorno, il presidente di Sicindustria morto domenica per un arresto cardiaco che lo ha colto nel sonno nella sua abitazione.
Strappato improvvisamente alla moglie Anna Lisa, che in chiesa ha accanto la sorella, l’avvocato Cathy La Torre, e che non riesce a capacitarsi: guarda i due figli, Sofia e Vincenzo, poi la cognata Silvia, la sorella di Gregory con lui alla guida dell’Agesp dopo la morte della madre nel 2004.
Silvia parla di Gregory, della sua rettitudine e di quanto gli mancherà. Un lungo applauso dei presenti si protrae anche quando il feretro esce fuori dalla chiesa, nel piazzale munito di altoparlanti e gremitissimo nonostante la pioggia.
Presenti alle esequie il prefetto di Trapani Filippina Cocuzza ed il questore Salvo la Rosa, il presidente Carlo Bonomi con gli altri vertici di Confindustria, l’assessore regionale Mimmo Turano, il sindaco di Castellammare del Golfo Nicolò Rizzo, tanti politici (dal deputato regionale Pellegrino ai sindaci del comprensorio e non solo), esponenti di associazioni forze dell’ordine e tanti cittadini.
Come previsto la chiesa non è riuscita a contenere i tanti che hanno voluto salutare l’imprenditore dalla faccia pulita, la persona perbene che riscatta i siciliani onesti indicati -soprattutto dopo l’arresto di Messina Denaro- nel calderone dei tanti fiancheggiatori dei mafiosi.
E Gregory nel 2013 dopo la denuncia dei suoi estorsori, in un’intervista con la sorella Silvia, aveva detto: «Ero e sono certo che la denuncia è l’unica strada possibile per liberare la Sicilia. Da imprenditori mettiamo in conto i rischi ma il guadagno, in termini di libertà, è certamente maggiore».
Gregory Bongiorno era apprezzato da tutti perché era capace di discernere: ha scelto e indicato la via del bene.
di Annalisa Ferrante