Alcamo, il 25 gennaio conferenza “Internati Militari Italiani” e letture per non dimenticare
Il Giorno della Memoria è la ricorrenza internazionale per commemorare le vittime dell’Olocausto; la data scelta dalle Nazioni Unite è quella del 27 gennaio di ogni anno, per ricordare quando nel 1945 le truppe dell’Armata Rossa, impegnate in direzione della Germania, liberarono il campo di concentramento di Auschwitz.
Ad Alcamo, il Giorno della Memoria sarà ricordato, mercoledì25 Gennaio: alle 17:30, all’auditorium del Collegio dei Gesuiti, si parlerà degli “Internati Militari Italiani, il dovere di non dimenticare”. Interverranno il Sindaco Domenico Surdi, l’assessore alla cultura Donatella Bonanno e il Presidente Provinciale ANPI Aldo Virzì, ad introdurre e moderare i lavori sarà Anna Maria De Blasi dell’ANPI Trapani.
Inoltre, come ogni anno, la Biblioteca Civica Sebastiano Bagolino propone alle scuole superiori una selezioneaggiornata e rinnovata di libri sul tema della Shoah. I libri possono essere consultati o presi in prestito presso la Biblioteca stessa o prenotandoli via mail
prenotazione.bibliotecacivica@comune.alcamo.tp.it
Gli Internati Militari Italiani (IMI) sono i militari che furono catturati dopo l’8 settembre in Italia e su tutti i fronti di guerra, dove fino a quel momento avevano combattuto a fianco dei tedeschi come alleati. Posti davanti alla scelta di passare dalla parte tedesca e combattere con le SS, rifiutarono in massa e, dopo la costituzione della Repubblica Sociale Italiana, si rifiutarono anche di aderire a quest’ultima, mantenendo fede al giuramento prestato al Re, che rappresentava lo Stato italiano legittimo, pertanto furono deportati in Germania.
Considerati traditori fu tolto loro lo “status” di prigionieri di guerra e attribuito quello di “internati”, come tali non godevano della protezione degli accordi internazionali e delleorganizzazioni umanitarie. Nei campi di concentramento furono sottoposti a lavoro “coatto”, ma a fronte di fame, sevizie, e umiliazioni, continuarono ad opporsi allacollaborazione con i nazifascisti. Con il loro NO pagarono la fedeltà al giuramento prestato all’Italia, in totale furono circa 700mila, una gran parte del Regio esercito. Oltre 50mila morirono nei campi, altrettanti al ritorno in patria per malattie contratte in prigionia.