Giardinello, inchiesta corruzione: il GIP interrogherà Antonio De Luca il 16 dicembre
Sarà ascoltato dal gip Cristina Lo Bue il prossimo 16 dicembre Antonio De Luca, il sindaco di Giardinello attualmente sospeso dal Prefetto Cucinotta dopo la bufera giudiziaria che lo ha coinvolto e che attualmente lo obbliga al divieto di dimora nel suo comune di residenza.
Il paese, a distanza di quasi 8 anni dallo scioglimento per infiltrazioni mafiose, si ritrova ancora una volta senza un sindaco.
Antonio De Luca, negando da subito ogni addebito, si dice certo di poter chiarire ogni cosa e che dopo il suo interrogatorio “tutto si dissolverà come una bolla di sapone”.
Pesanti le accuse gli vengono contestate, tra cui l’ipotesi di corruzione, legata ad una promessa che lo stesso avrebbe fatto, durante la sua prima legislatura, al geometra Andrea Caruso, anch’egli destinatario della stessa misura cautelare, in cambio dell’appoggio politico in Consiglio Comunale di una cugina di Caruso per cui lo stesso sarebbe stato in grado di garantire.
Impiegato del comune di Montelepre, Andrea Caruso avrebbe dovuto beneficiare di 6 ore di integrazione lavorativa nel comune di Giardinello, attraverso una convenzione mai sottoscritta per il diniego formalizzato dall’allora sindaco di Montelepre Maria Rita Crisci alla richiesta avanzata dal collega del paese confinante.
Ci sarebbero delle intercettazioni che farebbero emergere che a dettare a De Luca le procedure per raggiungere lo scopo sarebbe stato l’impiegato del comune di Montelepre.
“Noi facciamo la richiesta a Montelepre che tu mi vuoi in convenzione – avrebbero registrato le cimici – loro mi aumentano le ore e mi firmano la convenzione, una volta che me ne vado da qua, la sono a 36 ore, sono a tempo pieno e, finalmente dopo 20 anni ho uno stipendio dignitoso”. Pare inoltre che Caruso avrebbe preteso da De Luca l’eventuale inserimento della moglie nella giunta di Giardinello nel caso in cui il comune di Montelepre avesse ostacolato l’operazione dell’integrazione oraria.
Di contro Antonio De Luca chiedeva garanzie sul sostegno della cugina consigliera di Caruso:
“Mi garantisci che tua cugina è con me o io devo fare brutta figura?” avrebbe detto De Luca al suo interlocutore che lo avrebbe rassicurato.
Conversazioni che si tramutarono in un nulla di fatto. Non ci fu l’integrazione oraria ne’ tantomeno la moglie entro’ a far parte dell’esecutivo. Ma per il Gip il patto corruttivo ci sarebbe stato comunque, da qui l’ordinanza cautelare per i due indagati dell’inchiesta che coinvolge, per altre circostanze, anche Paolo Ciuro, un ex militare della Guardia di Finanza già condannato per favoreggiamento alla mafia nel processo sulle talpe al palazzo di giustizia a cui è stato notificato il divieto di dimora nell’intera provincia di Palermo e C.L.P. un agente di polizia municipale in servizio al comune di Giardinello che risulta solo indagato. In questo caso Ciuro, per non saldare il suo debito con lo Stato di oltre 200 mila euro, avrebbe chiesto la residenza al comune di Giardinello indicando come dimora un’abitazione del padre del sindaco Antonio De Luca che, in realtà sarebbe sempre risultata vuota, priva di energia elettrica e in pessime condizioni strutturali.
Dalle indagini, secondo l’accusa, il cambio di residenza sarebbe stato sollecitato al telefono dallo stesso sindaco De Luca all’agente di polizia municipale indagato che, agli investigatori, avrebbe confermato di essere stato indotto dal sindaco Antonio De Luca ad eseguire il “falso accertamento”. L’agente avrebbe infatti intuito che qualcosa non quadrasse, ma sarebbe stato esortato da De Luca a procedere comunque, rassicurandolo “di stare tranquillo e di non preoccuparsi”.