Corruzione a Giardinello, De Luca può tornare in paese ma resta sospeso come sindaco per 12 mesi
Il Tribunale del Riesame ha parzialmente alleggerito le misure cautelari a cui preventivamente erano stati sottoposti gli indagati rimasti coinvolti nel caso di corruzione scoperto dai carabinieri al comune di Giardinello.
Niente più divieto di dimora per il sindaco Antonio De Luca, riformulando l’ordinanza in relazione alla corruzione impropria ma confermando l’istigazione per falso in atto in pubblico. De Luca potrà liberamente tornare a Giardinello senza però potere esercitare per i prossimi 12 mesi l’attività politico – amministrativa. Alla sospensione temporanea della prefettura, dunque, è seguita quella decisa dal tribunale del Riesame.
Revocata, invece, la misura cautelare del divieto di dimora nel territorio di Giardinello all’impiegato del comune di Montelepre Andrea Caruso, mentre all’ex maresciallo della Guardia di Finanza Giuseppe Ciuro il Tribunale della Libertà ha imposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, riformulando la misura cautelare che fino a ieri gli impediva di dimorare nell’intera provincia di Palermo.
“Avevamo detto sin dall’inizio che era del tutto sproporzionata una misura cautelare di divieto di dimora esteso all’intera provincia di Palermo, per un fatto certamente spiegabile e che già il Magistrato di Sorveglianza aveva valutato come irrilevante – dicono gli avvocati Marco Ingroia ed Eolo Alessandro Magni che assistono Ciuro – Il nostro cliente ha fornito ampie spiegazioni del fatto ed ha dell’incredibile che su questo sia stato impiantato un inammissibile processo mediatico. La vicenda, sicuramente, avrà un suo seguito e siamo fiduciosi che i giudici del Tribunale di Palermo sapranno dare la giusta dimensione ad una vicenda che nulla ha di penalmente rilevante”.
Secondo gli inquirenti, per non saldare il suo debito con lo Stato, Ciuro che era stato condannato in passato a 4 anni e 8 mesi per favoreggiamento alla mafia e al pagamento di 200 mila euro per le spese processuali e il mantenimento in carcere nel processo sulle “talpe in procura”, chiese ed ottenne dal tribunale di sorveglianza di non pagare la somma sostenendo di non avere le disponibilità economiche.
Avrebbe dichiarato di essere indigente e a tal fine avrebbe chiesto la residenza nel Comune di Giardinello utilizzando una abitazione del padre del sindaco Antonio De Luca per dimostrare di non avere un immobile di proprietà e per costituire u nuovo nucleo familiare a reddito zero. Ma la vicenda insospettì i carabinieri che aprirono una indagine accertando che l’abitazione indicata da Ciuro come sua residenza era in realtà vuota.
De Luca ha sempre negato di aver fatto pressioni ad un agente di polizia municipale che lo accusa di avere favorito l’ex finanziere Ciuro.
Altra appendice dell’inchiesta giudiziaria: il presunto accordo corruttivo stretto da Antonio De Luca col dipendente del Comune di Montelepre, Andrea Caruso. Le indagini avrebbero fatto emergere l’impegno di sottoscrivere una convenzione di 18 mesi con l’ente locale di appartenenza in cambio dell’appoggio politico attraverso una sua parente, già consigliera comunale. Anche in questo caso De Luca nega ogni addebito.
“Sono sicuro che riusciremo a provare l’innocenza di De Luca – afferma l’avvocato Maltese -, non si dimetterà dalla carica”.
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