San Cipirello, Monte Jato: ricerche, prospettive e territorio

Domani, venerdì 30 settembre alle 18.00 a San Cipirello, in via Alcide de Gasperi n. 55, il Parco Archeologico di Himera, Solunto e Monte Iato promuove un incontro pubblico sul tema “Monte Iato: Ricerche, Prospettive e Territorio”.

L’iniziativa, organizzata in collaborazione con l’amministrazione del Comune di San Cipirello e le Università di Innsbruk e Zurigo, intende far conoscere gli sviluppi della ricerca legati agli scavi archeologici affinché vi sia una consapevolezza del valore che l’area archeologica assume all’interno di un progetto strategico di valorizzazione e sviluppo del territorio.

Dal 2011, l’Istituto di Archeologia dell’Università di Innsbruck conduce ricerche archeologiche sul Monte Iato in collaborazione con il Parco Archeologico di Himera, Solunto e Jato e con i due comuni di San Cipirello e San Giuseppe Jato.

Il team di archeologi di Innsbruck insieme a collaboratori locali sta cercando, in particolare, di ricostruire lo scontro “mondiale” che si svolse sul Monte Iato nel III secolo a.C. allorquando si consumarono dure lotte tra le grandi potenze dell’epoca: Cartagine, Siracusa e Roma.

I Parchi archeologici – sottolinea l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà – non sono polverosi luoghi che custodiscono tracce di un passato remoto, ma sono storia viva, offrono l’opportunità di scoprire il nostro passato in una relazione di collaborazione con università e istituzioni di tutto il mondo al fine di creare attrattive e alleanze che riportino la nostra Isola al centro degli interessi mondiali”.

L’attenzione – dice Domenico Targia, direttore del Parco Archeologico – è rivolta ai vecchi abitanti della montagna. Nonostante il precoce coinvolgimento nella politica mondiale e le relazioni con le città costiere cosmopolite della Sicilia occidentale, la popolazione locale è stata in grado di preservare i propri costumi e la propria identità come indigeni per un periodo sorprendentemente lungo. Ecco – evidenzia Targia – questa storia deve essere conosciuta dagli abitanti dell’area e da tutti i siciliani affinché si abbia coscienza delle proprie origini e si possa recuperare il senso dell’appartenenza a una storia comune”.

Monte Iato era ancora un insediamento sparso come in epoca arcaica, con il tempio di Afrodite al centro della vita religiosa e sociale e con case sparse su tutto il crinale. La storia racconta che solo intorno al 250/40 a.C., al centro di questo insediamento indigeno, fu costruita la Casa del Peristilio 1, un edificio polifunzionale lussuosamente attrezzato con sale per banchetti e sale per le udienze. Una testimonianza di avanguardia dell’architettura greca dell’epoca che ha dato un volto cosmopolita a una nuova élite locale.

Nelle immediate vicinanze della casa a peristilio 1, nella seconda metà del III secolo si trovano ancora case rurali dall’architettura semplice. L’indagine archeologica di una simile casa contadina è anche al centro dell’attuale scavo. Sulle pavimentazioni delle sue stanze sono stati rinvenuti molti piccoli reperti che testimoniano la vita quotidiana dell’epoca. Fino al 200 a.C., questa vita era ancora dominata dalle usanze locali degli abitanti vecchi. A quel tempo, le preparazioni a base di porridge venivano ancora preparate in pentole fatte a mano in impasto, proprio come avveniva 150 anni prima in epoca arcaica. Oltre a queste caratteristiche tradizionaliste della vita quotidiana, vi erano anche prove di una rete sociale con il mondo esterno, come il votivo in terracotta, che mostra una banchettante elegantemente vestita su una chaise longue, tipica dei saloni di un’élite cosmopolita. Questo passaggio tra la vita moderna e le abitudini tradizionali, caratteristico per il Monte Iato del III secolo a.C., contraddistingue ancora oggi le società rurali del mondo globale.

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