Palermo, giro di fatture false: 3 imprenditori in manette, 9 indagati, 4 società sequestrate

I finanzieri del Comando Provinciale di Palermo hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure
cautelari personali e reali emessa dal G.I.P. del Tribunale di Palermo, su richiesta della locale Procura della
Repubblica, nei confronti di 3 soggetti, posti agli arresti domiciliari, indiziati dei reati di associazione a
delinquere ed emissione di fatture false.
Con il medesimo provvedimento, il G.I.P. ha disposto il sequestro preventivo di 4 società, nonché di somme
riconducibili agli indagati per un valore complessivo di circa 160.000 euro, quale profitto delle condotte
delittuose ipotizzate.
Oltre ai soggetti destinatari della misura cautelare, a titolo di concorso nell’ipotesi di reato di emissione di fatture
false, risulterebbero coinvolte ulteriori 9 persone tra le quali:

  • tre dipendenti pubblici che avrebbero svolto “in nero” lavori edili e di giardinaggio usufruendo dello “schermo”
    societario messo a disposizione dal sodalizio;
  • tre percettori di reddito di cittadinanza, che avrebbero richiesto l’emissione delle fatture false per coprire la
    propria attività lavorativa e non perdere il beneficio assistenziale, i quali saranno segnalati all’INPS ai sensi della
    normativa vigente.
    Le indagini, condotte dagli investigatori del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Palermo – I Gruppo
    Tutela Entrate, avrebbero permesso di quantificare in oltre 2 milioni di euro l’ammontare delle fatture
    oggettivamente e soggettivamente inesistenti che sarebbero state emesse dalle società nella disponibilità degli
    indagati nel periodo 2019 – 2021.
    L’ipotizzato meccanismo fraudolento, ricostruito con l’ausilio delle indagini tecniche e dell’analisi dei flussi
    finanziari, avrebbe permesso di determinare anche il profitto spettante agli indagati che sarebbe pari al 10%
    dell’importo delle fatture.
    Inoltre, tra i destinatari della misura cautelare, ad un soggetto viene contestato anche il reato di truffa per il
    conseguimento di erogazioni pubbliche in quanto, occultando i redditi di cui sarebbe risultato titolare, avrebbe
    ottenuto indebitamente la percezione dell’assegno sociale corrisposto dall’I.N.P.S. per un importo di 3.300 euro, mentre un altro risulta percettore del reddito di cittadinanza per un ammontare di 700 euro mensili, beneficio che, per effetto del provvedimento, verrà immediatamente sospeso.
    L’odierna attività testimonia la costante attenzione ed il perdurante impegno profuso dalla Guardia di Finanza,
    nell’ambito delle indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Palermo, a contrasto delle frodi fiscali e
    contesti di illegalità economico-finanziaria di maggiore gravità, a tutela delle imprese che invece operano nel
    rispetto della legge, nonché per il recupero delle risorse sottratte alla collettività.
    Si evidenzia che il provvedimento in parola è stato emesso sulla scorta degli elementi probatori acquisiti in fase
    di indagine preliminare, pertanto, in attesa di giudizio definitivo, sussiste la presunzione di innocenza.

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