Operazione Feudo, il “pedigree” non indifferente del boss di Carini Giuseppe Lo Duca
Ha un pedigree non indifferente Giuseppe Lo Duca, l’esponente di Cosa Nostra finito ieri in manette con il candidato all’Ars Salvatore Ferrigno e l’intermediaria Piera Lo Iacono nell’ambito dell’operazione Feudo condotta dai carabinieri del nucleo investigativo. Giuseppe Lo Duca è figlio del defunto Matteo, detto “U Panturru” che ha figurato tra i più rilevanti e storici uomini d’onore della famiglia mafiosa di Carini. La piena organicità a Cosa Nostra di Giuseppe Lo Duca è stata più volte tirata in ballo da diversi pentiti che lo hanno additato di essere il componente operativo del gruppo di fuoco del noto capomafia di Carini Antonino Di Maggio. Nel provvedimento di custodia cautelare, Giuseppe Lo Duca viene descritto come “temibilissimo uomo d’onore, dotato di una capacità criminale fuori dal comune, anche per la sua allarmante dimestichezza con le armi da fuoco. Picciotto a disposizione di Di Maggio, e di altri mafiosi di spicco, è stato autore di atti incendiari, intimidazioni, danneggiamenti, estorsioni e delitti in materia di armi e avrebbe inoltre curato la latitanza di altri sodali appartenenti a più alte gerarchie mafiose”. Condannato per associazione mafiosa, Giuseppe Lo Duca è tornato in libertà nel 2013 ma con obbligo di soggiorno imposto dalla sorveglianza speciale conclusa nel 2016. Secondo gli inquirenti non avrebbe mai interrotto i suoi rapporti con Cosa Nostra, anzi li avrebbe rinnovati “emergendo a tutt’oggi – si legge ancora nell’ordine di custodia cautelare – quale figura di certo rilievo nelle dinamiche della famiglia mafiosa di Carini”. Secondo il giudice per le indagini preliminari Fabio Pilato le intercettazioni “svelano chiaramente i termini dell’offerta – rectius promessa – che prevedeva la raccolta di almeno duecento voti, per ciascuno dei quattro comuni sottoposti al controllo mafioso, ovvero Carini, Torretta, Cinisi e Terrasini, in cambio di una somma di danaro non inferiore a cinquemila euro che avrebbe dovuto sborsare il carinese candidato all’Ars Salvatore Ferrigno.