Trappeto, l’intera comunità ha dato l’ultimo saluto a Vincenzo Trovato

Lacrime e commozione, ieri pomeriggio a Trappeto   per dare l’ultimo saluto a Vincenzo Trovato, il giovane 22enne ucciso sul lungomare di Balestrate nella notte tra l’11 e il 12 agosto scorso. L’intera comunità si è stretta attorno alla sua famiglia costernata dal dolore e ancora incredula per la tragica fine di Vincenzo. I suoi amici che hanno fatto volare in cielo dei palloncini bianchi,  hanno accompagnato  il feretro indossando una t-shirt bianca con stampato il volto della vittima e la scritta “il tuo sorriso era la tua più grande forza, e i tuoi occhi la nostra sicurezza. Ci manchi, a presto amico”. Alle esequie celebrate in Chiesa Madre dall’Arcivescovo di Monreale Gualtiero Isacchi insieme all’arciprete del paese Don Filippo Caiola, alla presenza di autorità civili, militari e religiose,  l’Alto prelato si è rivolto ai genitori dicendo:  “Non siete soli.   Siamo in tanti ad essere venuti in questa chiesa per stringerci intorno a voi. Non troviamo parole umane capaci di esprimere ciò che proviamo in questo momento. L’unica parola che ci è sembrata buona è la nostra presenza, il nostro esserci. La parola di vita più eloquente è l’esserci.Ci sono cose che accadono, cose che ci accadono e non capiamo; ci sono cose dolorose che rifiutiamo; ci sono fatti in cui la ricerca di senso resta insoddisfatta e si infrange nell’unica domanda a noi possibile: perché?Perché Vincenzo? Perché in questo modo barbaro?  Ma ora, in questa celebrazione, vogliamo far tacere per un istante le nostre parole e metterci in ascolto di una Parola diversa dalle nostre: la Parola di Dio. Mettiamo in circolo – ha proseguito l’Arcivescovo Isacchi – le parole della fede: speranza, amore, fiducia, perdono, serenità… Sono parole che oggi noi adulti diciamo poco. Siamo tutti vittime di parole di rabbia, violenza, odio, sopraffazione, vendetta. Parole, queste, che spingono all’affermazione del proprio io, dei propri interessi personali anche a scapito degli altri, anche a costo della vita dell’altro. Noi, quest’oggi, diciamo no a questo linguaggio e a questa logica che hanno ucciso Vincenzo – ha concluso l’alto prelato –  Diciamo no alla violenza, all’odio, alla vendetta, alla sopraffazione, all’egoismo! È questa la nostra fede”. Parole toccanti che hanno indotto i presenti a riflettere su quanto accaduto. Sulla fine ingiusta di Vincenzo, rimasto vittima di una violenza inaudita. Intanto, sul fronte investigativo, l’esame autoptico ha rivelato che Vincenzo Trovato  è morto a causa della recisione di una delle vene principali della gamba. A sostenerlo è il legale incaricato dalla famiglia di Vincenzo, l’avvocato Pino Muscolino il quale afferma che “sul corpo della vittima sono state trovate anche “altre gravi lesioni” sparse. Maggiori certezze si potranno avere tra 60 giorni quando sarà completata l’analisi medico legale e depositata la relazione come richiesto dalla Procura di Palermo. Unico indagato al momento resta Gianvito Italiano, 30 anni originario di Castelvetrano, che ha sempre negato di aver sferrato un fendente contro Vincenzo Trovato e continua a sostenere di essersi difeso durante la colluttazione. L’uomo è in carcere su disposizione del Gip di Palermo in seguito a quanto emerso dalle indagini dei carabinieri.

 

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