Carini, ostensione del velo quaresimale nella Chiesa del Rosario (Video)

 Inaugurata nella Chiesa Maria Santissima del Rosario di Carini l’ostensione dell’antica  tela quaresimale appartenente alla Chiesa del Carmine. Non veniva esposta dal 2015. Da qui l’idea di Angelo Mannino, assistente dell’Arciprete don Giacomo Sgroi, di recuperarla e,  grazie all’aiuto di Vito Basile e Giovanni Noto, di collocarla davanti l’altare con il supporto di una robusta struttura che loro stessi hanno realizzato per sostenerla. Ad illustrare la simbologia della Tela della Passione e è stato Ambrogio Conigliaro, fornendo ai fedeli notizie storiche e la lettura iconografica e artistica dell’opera .  Il  velo quaresimale, è una grande tela dipinta che rappresenta scene della Passione di Cristo e che viene esposto durante la Quaresima nelle chiese cristiane. L’evoluzione di questa pratica prende origine dal racconto della Peregrinatio Aetheriae, in cui l’autrice, Egeria, narra il proprio viaggio in Terra Santa nel IV secolo.  Nelle chiese orientali, i riti quaresimali prevedevano un coinvolgimento emotivo dei fedeli grazie a un sapiente uso di veli e tele dipinte. Così come anche prevedevano le liturgie orientali e poi quelle occidentali, vi era l’uso di decorare le chiese con tele dipinte, soprattutto durante la Quaresima, e a partire dal Quattrocento questa pratica si diffonde in molti paesi europei. Apprezzate per la facilità di installazione e l’effetto scenografico, la funzione di queste tele era nascondere l’altare dall’inizio della Quaresima o della domenica della Passione fino al mercoledì o il sabato santo. In Italia, nel XVI secolo, la pratica dell’esposizione della tela della Passione si diffuse ad opera delle Confraternite. “Â calata ‘a tila”, era il rito che prevedeva l’improvviso disvelamento del presbiterio durante la veglia della notte di Pasqua al canto del Gloria, per rappresentare e mostrare in modo figurato il Cristo risorto. È un rito molto comune in molte parrocchie delle diocesi siciliane. La velatio, l’esposizione delle tele della Passione, è una consuetudine tedesca tipica del IX secolo legata alla penitenza quaresimale, la cui introduzione in Sicilia è riconducibile all’opera dei missionari dell’Ordine teutonico giunti a Palermo e Messina.

Il nostro telo quaresimale è una testimonianza della pietà popolare del popolo carinese. Il manufatto, consistente in una gigantografia raffigurante la deposizione di Cristo dalla Croce, si presenta in buono stato ed è conservato nella Chiesa del Carmine di Carini. È firmata vistosamente da Joseph Brusca che la dipinse nel 1826. I teli quaresimali, molto in voga fino alla metà del secolo scorso erano una parte integrante delle celebrazioni liturgiche quaresimali. Venivano issati con lo scopo di coprire l’altare e tutte le effigi poste dietro ad esso. Come detto, durante la liturgia della risurrezione che avveniva nella notte tra il Sabato Santo e la domenica di Pasqua, il telo era abbassato di colpo lasciando apparire dietro l’immagine del Cristo Risorto. Questo genere di effetti speciali è caduto in disuso a seguito delle importanti riforme liturgiche messe in opera dal Concilio Vaticano II (1962-1965). 2L’esposizione di questo telo – sottolinea l’Arciprete di Carini don Giacomo Sgroi – non avrà alcuna funzione teatrale o scenica durante le celebrazioni di questa quaresima, ma si inserisce in un percorso più ampio di riscoperta dei tesori di Carini, che ho intrapreso sin dal mio insediamento”.

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