Carini, restaurato altare maggiore nella Chiesa Maria SS. degli Agonizzanti

Continua l’opera di salvaguardia e di tutela di uno dei beni più preziosi della cristianità a Carini: la Chiesa Maria SS. degli Agonizzanti. L’altare Maggiore che versava in precarie condizioni – purtroppo nel passato recente anche a causa di incursioni e atti di vandalismo causati da ignoti ladri che lo hanno danneggiato – è stato restaurato.
L’altare – consolidato in tante sue parti mancanti – è stato dotato di 12 candelabri, di una nuova lastra marmorea, ed è stato collocato un nuovo tabernacolo.
Purtroppo da anni, essendosi deteriorato, mancava il tabernacolo centrale. L’Arciprete di Carini Don Giacomo Sgroi ne ha così recuperato uno antico che era in disuso, ed è stato collocato nell’altare maggiore. Inoltre altare e tabernacolo sono stati decorati da foglia in oro in tutte quelle parti che in origine erano dorate. Il restauro è stato curato dall’artificio Vito Basile che viene ringraziato dal prelato.
La bellissima chiesa degli Agonizzanti, aperta al culto in alcuni giorni dell’anno. è sempre visitabile su richiesta.
La Chiesa degli Agonizzanti, fu eretta, secondo le fonti storiche, il 1 giugno 1643, in quanto sede della confraternita di Maria SS degli Agonizzanti.
Il suo interno è arricchito da stucchi dorati, in linea con lo stile tardo barocco. Nella Chiesa vi è una tribuna alla quale si accedeva dal Palazzo Marchisi, una delle principali case vassalle cinquecentesche, che fa supporre come la chiesa fosse stata costruita da quella nobile famiglia. Il prospetto è stato rifatto integralmente agli inizi del 1900, secondo uno stile gotico “fiorito”, ma il suo interno ci riporta agli stucchi serpottiani.
Si entra in chiesa attraverso due piccole porte e, passando attraverso un vestibolo rettangolare, ci si trova nel vano, ugualmente rettangolare, con coro e cupola.
Il tema iconografico è la “vita della Vergine Maria”.
Nelle due pareti laterali, troviamo un primo cornicione su cui sono adagiati 4 aquile, sormontate da putti. In alto, troviamo tre affreschi per lato che raffigurano, rispettivamente: a destra la Visitazione, la Presentazione di Gesù al Tempio, l’Assunzione; a sinistra la Natività della Vergine, la Presentazione della Vergine al Tempio e l’Immacolata. Le due pareti sono cosparse di putti, festoni di fiori e grappoli di frutta.
Nella navata centrale fanno riscontro, con figurine a tutto tondo, le scene della Morte di San Giuseppe e della Madonna, rappresentati all’interno di piccoli “teatrini” in stucco, posti al centro delle pareti. Il ciclo iconografico si conclude con l’Apoteosi della Vergine dipinta nella volta.
Circondano questo affresco, una serie di affreschi disposti a lune, in cui sono rappresentati: i 4 evangelisti, l’Ascensione, la Natività di N.S.G.C., l’Adorazione dei Magi, la Pentecoste e, ai quattro angoli, mezzi busti in stucco di santi e martiri palermitane . Sulla parete di fondo ci sono due putti che tengono in mano il cartello con la scritta Silentium; ai lati vi sono due affreschi che rappresentano l’Arcangelo Michele e l’Angelo Custode.
Nel coro, sotto la cupola, quattro profeti: David, Mosè, Salomone ed Elia; a sinistra di chi guarda l’altare una tela che rappresenta la Madonna con S. Domenico e ai lati dell’altare due tele che rappresentano S. Giuseppe che sogna e la Sacra Famiglia, mentre quella principale la “Madonna degli Agonizzanti”, è attribuita alla mano di Rosalia figlia di Pietro Novelli, il monrealese. Gli affreschi sono attribuiti in parte a Filippo Tancredi (1655-1722), che già lavorava a Carini, ed in parte al palermitano Filippo Randazzo (1692-1742) che ne completò i lavori. La chiesa-oratorio è un piccolo gioiello dello stile barocco siciliano degno di essere visitato.