Carini, blitz antidroga: la contabilità dei gruppi criminali e le pressioni per il recupero crediti
Dal fascicolo giudiziario del blitz antidroga che giovedì scorso ha portato all’arresto di 17 persone tra Carini, Capaci ed Isola delle Femmine, trapelano i metodi utilizzati dai vertici dei tre gruppi criminali scoperti sia per rifornirsi di sostanze stupefacenti, sia per piazzarle nelle reti di spaccio che, per tenere i conti in ordine. Tra le intercettazioni rilevate dagli investigatori emerge un dialogo tra il carinese Andrea Giambanco e il suo fedelissimo Andrea Cracchiolo sui pesanti invito rivolti ad un tossicodipendente che gli doveva soldi per merce acquistata e che temeva di essere scoperto dalla madre. Era Giambanco a decidere se e a chi far credito, nessun pusher aveva autonomia per concederlo, così come si evince da una conversazione intercorsa tra il pusher Roberto Mannino ed un suo cliente che voleva pagargli solo un acconto. Ma erano in tanti a fare debiti per acquistare la cocaina e in caso di persistenti ritardi nel saldarli, ad intervenire sarebbe stato Giovanni Failla, altro stretto collaboratore di Giambanco che avrebbe avuto il compito di vessare ed impaurire gli acquirenti. Se ne avvalevano anche i gruppi guidati da Giuseppe Mannino e Maurizio Di Stefano, quest’ultimo affiancato da alcune donne, in una intercettazione parla di due agende contabili e dell’ ammanco di 4 mila euro da recuperare. Le attività info-investigative hanno permesso ai carabinieri della compagnia di Carini di documentare anche i viaggi di Andrea Giambanco a Palermo, tra il Policlinico e Ballaro’ per rifornire i gruppi criminali della droga da spacciare e che, secondo le lamentele di Luigi Cracchiolo, non sempre sarebbe stata di qualità, tanto che lo stesso avrebbe manifestato in questi casi l’intenzione di restituire l’invenduto e di non volere più accettare tali forniture.