Nuovo rinvio, il secondo, per l’avvio del processo sull’affondamento del peschereccio Nuova Iside. L’udienza programmata per oggi, per una improvvisa indisposizione del presidente Bruno Fasciana è stata nuovamente posticipata, stavolta al 23 novembre. Parliamo del processo a carico dei presunti responsabili del naufragio del motopesca della marineria di Terrasini, affonda la notte del 12 maggio dello scorso anno al largo di San Vito Lo Capo, dopo una presunta collisione con la petroliera Vulcanello. Nel grave sinistro a perdere la vita sono stati i 3 membri dell’equipaggio del Nuova Iside, i pescatori Giuseppe, Matteo e Vito Lo Iacono. Alla sbarra, invece, con l’accusa di avere causato il naufragio, ci sono il comandante della Vulcanello Gioacchino Costagliola e il terzo sottufficiale di coperta Giuseppe Caratozzolo. Un terzo imputato, il timoniere della petroliera, il romeno Mihai Jorascu, lo scorso 2 novembre si è appreso che è deceduto in Romania mentre si trovava agli arresti domiciliari. La causa di morte sarebbe un sospetto infarto ma al momento non è stato possibile saperne di più da parte degli avvocati che rappresentano i familiari delle vittime. Il processo sarebbe dovuto iniziare il 2 novembre scorso ma il presidente della IV sezione penale, Bruno Fasciana, è stato costretto a rinviare al 16 novembre a causa della ristrettezza dell’aula rispetto alla folta presenza di familiari delle vittime che intendono costituirsi parte civile, dei rispettivi legali e di quelli degli imputati. Oggi il processo si sarebbe celebrato in un’aula più grande, quella della corte di assise di appello. Le parti erano tutte presenti ma, non senza imbarazzo, hanno dovuto prendere atto dell’ennesimo rinvio. Presenti anche gran parte dei familiari delle vittime assistiti dagli avvocati Cinzia e Antonio Pecoraro, Paolo Grillo, Aldo Ruffino e Giuseppina Scrudato, numerosi difensori oltre alla Corte e al pm Vincenzo Amico. Lo scorso luglio il giudice per le indagini preliminari Alfredo Montalto, accogliendo la richiesta della Procura, aveva disposto il giudizio immediato per i tre indagati ritenendo che le prove fossero evidenti: secondo la ricostruzione dell’accusa, il procuratore aggiunto Ennio Petrigni e il sostituto Vincenzo Amico, il Nuova Iside era a prua della petroliera. Lo è stato per oltre 20 minuti, il rischio collisione era chiaro ma a bordo della petroliera nessuno si accorse di niente.