25 novembre, iniziative a Carini, Giardinello, Borgetto e Montelepre (Video)
Tanti i comuni del comprensorio che ieri, in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne hanno inaugurato una panchina rossa, quale simbolo e monito. Da Giardinello a Carini, da Montelepre a Borgetto. Una donna uccisa dalla violenza di un uomo lascia un vuoto che non può essere dimenticato. La panchina rossa, colore del sangue, è il simbolo del posto occupato da una donna che non c’è più, che è stata portata via dalla violenza, come nel caso di Ana DI Piazza, la trentenne di Giardinello barbaramente uccisa dall’uomo che amava e che ieri è stata ricordata dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Antonio De Luca.
La panchina rossa è anche simbolo un percorso di sensibilizzazione contro il femminicidio che in questi anni ha colpito pure donne di Carini, città in cui ieri sono cominciati una serie di eventi che si concluderanno il prossimo 4 dicembre, data del delitto della Baronessa Laura Lanza di Carini.
Anche i Comuni di Borgetto e Montelepre si sono colorati di rosso in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Nell’ente locale guidato dal sindaco Lugi Garofato, rappresentanti istituzionali e dipendenti comunali, si sono ritrovati al Palazzo di Città, davanti alla panchina rossa allestita nell’edizione dello scorso anno. “Per l’occasione, quest’anno abbiamo voluto scrivere in forte evidenza sulla panchina rossa la frase ‘La vera forza è nel rispetto’ , e accanto il 1522, il numero nazionale del centro contro la violenza sulle donne – afferma l’assessore comunale alle Pari Opportunità Monia Jerbi. La targa commemorativa dedicata alle donne vittime di violenza, vandalizzata nei mesi scorsi è stata ripristinata. Il momento del ricordo si è concluso liberando nel cielo i palloncini rossi.
La pioggia ha fatto annullare la cerimonia prevista in piazza Ventimiglia a Montelepre dove però la panchina rossa è stata installata dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giuseppe Terranova per trasmettere la memoria e restituire loro il posto che le donne vittime di femminicidio occupavano al cinema, a scuola, in autobus, prima che un uomo decidesse di porre fine alla loro vita.