San Giuseppe Jato, artigiano scagionato dall’accusa di furto di luce
Era accusato di furto di energia elettrica, ma è stato assolto perché il fatto non sussiste. Ad emettere la sentenza è stato nei giorni scorsi il giudice Daniela Vascellaro della quarta sezione del Tribunale. L’imput ato, un cinquantenne di San Cipirello, era sospettato di aver manomesso il contatore dell’energia elettrica presente all’interno della sua attività artigianale a San Giuseppe Jato. La denuncia era scattata nel dicembre del 2013 dopo un sopralluogo dei tecnici dell’Enel. Secondo i quali, all’arrivo dei controlli, il cinquantenne avrebbe armeggiato attorno al contatore. Il sospetto era che avesse staccato un magnete utilizzato per alterare i consumi di energia elettrica. Nessuna calamita venne però ritrovata all’arrivo delle forze dell’ordine. Per l’uomo scattò la denuncia penale per furto di energia elettrica. In seguito è arrivato anche un decreto ingiuntivo di 15 mila euro relativo al presunto consumo. Il credito reclamato in sede civile si riferisce ai sei mesi precedenti al controllo. In sede penale è emersa però la non colpevolezza del cinquantenne assistito dall’avvocato Giovanni Crosta. I tecnici che fecero il sopralluogo all’interno dell’attività artigianale non furono in grado – infattidi specificare che cosa l’uomo avesse messo in tasca durante il controllo. Non è emersa alcuna prova che si trattasse di una calamita. Così come mancava la ricostruzione dei consumi presunti. Di qui l’assoluzione con la formula «perché il fatto non sussiste». La vicenda risale al 2013. L’a cc u – sato avrebbe potuto dunque beneficiare della prescrizione, che però avrebbe lasciate intatte le pretese risarcitorie in sede civile da parte dell’Enel. Così invece il suo legale potrà puntare alla decadenza del decreto ingiuntivo contro il quale è stata presentata opposizione.