San Cipirello, è polemica sull’invasione di manifesti dei candidati
La campagna elettorale solitaria della lista “Obiettivo Bene Comune”, a sostegno di Romina Lupo, è entrata nel vivo: comizi, pagine social e manifesti. Dopo la timidezza e i silenzi del periodo antecedente la presentazione delle liste, adesso i candidati “ci mettono la faccia”. E da due giorni lo fanno anche attraverso la propaganda affissa in diversi angoli del paese: sulle transenne para-pedonali e nei tabelloni pubblicitari della circonvallazione. Ma anche nelle vetrine dei negozi e, in qualche caso, perfino sui bidoni della raccolta differenziata. Un’invasione di manifesti che non è sfuggita però ai componenti della lista civica “Noi per San Cipirello”, esclusa dalla competizione elettorale per carenza documentale.
“Domani andremo al Comune per segnalare quella che riteniamo essere una violazione”, fa sapere Enzo Lo Piccolo, un veterano della politica che era tra i candidati a sostegno della lista di Claudio Russo. La propaganda elettorale è regolamentata –infatti- dalla legge 212 del 1956. In base alla quale dal trentesimo giorno precedente la data fissata per le elezioni è vietata ogni forma di propaganda elettorale luminosa o figurativa, a carattere fisso in luogo pubblico, escluse le insegne indicanti le sedi dei partiti.
Nel mese precedente alla data delle elezioni l’affissione di manifesti è consentita dunque solo negli appositi spazi elettorali indicati dal Comune. A San Cipirello però la delibera del 9 settembre parla genericamente di “quattro spazi speciali”, nelle vie Sanfilippo, Gramsci, Crimaudo, Del Bosco, Roma, Mazzini e piazza Vittorio Veneto. Non viene dunque specificata la collocazione negli appositi tabelloni elettorali. Così i manifesti sono finiti direttamente negli stalli pubblicitari gestiti una società privata individuata tre anni fa dall’ex amministrazione Geluso. Analoghe polemiche erano scoppiate anche nelle precedenti tornate elettorali.