Operazione Jato Bet, il ruolo dell’ex comandante della polizia municipale nell’inchiesta

 Tra i provvedimenti emessi ieri nell’ambito dell’operazione antimafia Jato Ber spicca quello destinato all’ex comandante della Polizia municipale Giuseppe Orobello. L’agente è accusato di essersi introdotto nel sistema informativo dell’Aci per verificare l’intestatario della targa di un veicolo. Il mezzo era stato ripreso dalle telecamere di videosorveglianza comunali mentre scaricava rifiuti edili in un’area rurale vicina al paese. Il vigile avrebbe così informato il proprietario, Giuseppe Antonio Bommarito, che compare tra i nomi dell’operazione antimafia “Jato bet”. L’uomo avrebbe quindi provveduto a togliere gli sfabbricidi e a ripristinare lo stato dei luoghi. I fatti risalgono al settembre del 2018. Da anni, infatti, il locale comando è impegnato nel contrasto al fenomeno dell’abbandono dei rifiuti. Un servizio svolto con delle videocamere piazzate nelle contrade periferiche e all’interno del centro abitato. Durante il controllo delle immagini e la successiva verifica di una targa, il vigile sarebbe riuscito a risalire all’identità di Bommarito. Che non venne sanzionato, ma avvisato telefonicamente e sollecitato a ripulire l’area: “Siete venuti a scaricare lo sterro (…). Domani gli buttate un salto con quattro pale e io lunedì non vado a trovare niente“. La conversazione, intercettata dai carabinieri, ha fatto scattare la denuncia. Per Orobello è stata così disposta la misura della sospensione dall’ufficio o servizio, che non produce effetti perché l’ex agente è ormai in pensione dal luglio dello scorso anno. Rimane comunque indagato a piede libero. Proprio nei mesi scorsi l’ex comandante era stato assolto dall’accusa di abuso d’ufficio. Sotto la lente di ingrandimento della Procura di Palermo erano finiti cinque nulla osta concessi, dal 2015 al 2019, per l’autorizzazione all’occupazione di suolo pubblico. Ad avanzare le richieste erano stati cinque titolari di bar, pizzerie e paninerie di via Porta Palermo, piazza Falcone e Borsellino e corso Umberto I. L’indagine partì da una denuncia anonima. Orobello, in pensione da luglio dello scorso anno, nel gennaio del 2020 è stato assolto anche da un’altra accusa di abuso d’ufficio. La contestazione era legata alla nomina come ausiliario di un dipendente della ditta che forniva il servizio di scout speed sulla statale 624. Anche il quel caso venne stabilito che “il fatto non sussiste”. A luglio però il Comune di San Giuseppe Jato è stato sciolto per infiltrazioni mafiose. La relazione del prefetto Giuseppe Forlani, che ha portato al provvedimento del Consiglio dei ministri, passa in rassegna diversi amministratori comunali e numerosi dipendenti che avrebbero avuto contatti con ambienti criminali. Tra questi figurerebbe anche l’ex comandante, coinvolto in alcune vicende ritenute “anomale”. In particolare vengono citate frequentazioni con soggetti legati alla criminalità organizzata. Un episodio, su segnalazione dei carabinieri, finì all’attenzione della Procura della Repubblica. Si trattava di un servizio disposto attorno alla chiesa in occasione del matrimonio del figlio di un pregiudicato per mafia. L’indagine è stata però archiviata.

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