Partinico, Fials: “no a discriminazioni per i pazienti psichiatrici affetti da covid”
No a discriminazioni per i pazienti psichiatrici affetti da covid. La Fials Palermo critica la scelta dell’Asp di prevedere che i pazienti contagiati con determinati trascorsi debbano essere assistiti da infermieri distaccati dal reparto di Psichiatria. Il sindacato chiede la revoca della disposizione e un immediato incontro con i vertici aziendali di Partinico che hanno emesso la nota.
“Per fare un esempio, non si è mai mandato un infermiere dall’Ortopedia per assistere un paziente fratturato che è stato trasferito in Chirurgia” attacca la segreteria provinciale guidata da Enzo Munafò.
Secondo la Fials “in questo modo si offende la professionalità di tutti gli infermieri, che oggi sono dei laureati – scrive – hanno tutti un titolo specifico e hanno l’obbligo e il dovere di garantire la salute a tutti gli ammalati, siano essi affetti da covid siano essi sofferenti di affezioni psichiatriche o altro. È un errore marchiare l’ammalato psichiatrico come “pazzo” davanti all’intera comunità, ledendo il principio di privacy di cui ha diritto al pari di qualsiasi altro cittadino. L’ammalato va curato e nessuno si può permettere di marchiarlo come persona che ha necessità di un infermiere psichiatrico. Questa denominazione ci riporta agli anni ‘80 – prosegue Munafò – quando assieme al professor Basaglia abbiamo lottato contro una assistenza inumana affidata al ministero degli Interni attraverso i prefetti e i manicomi, che marchiavano gli ammalati come “incapaci di intendere e di volere” e abbiamo ottenuto il diritto alla salute degli ammalati mentali perché venissero presi in carico dal ministero della Salute”.
La Fials chiede quindi l’immediata revoca della nota: “Avete creato i posti covid in Medicina per pazienti psichiatrici – scrive il sindacato – bene, assegnate a quella Unità operativa il personale nella dovuta dotazione per legge, senza disturbare gli organici striminziti e in sofferenza della Psichiatria ai cui operatori avete negato perfino il diritto alle ferie per le gravi carenze da voi stessi dichiarate”.