Cinisi, il sindaco vieta vendita di souvenir che “inneggiano” la mafia (Video)

Niente souvenir che inneggiano alla mafia. Grazie ad un’ordinanza firmata dal sindaco di Cinisi Giangiacomo Palazzolo viene fatto assoluto divieto alle attività commerciali del paese di mettere in vendita oggettistica sul padrino, armi, coppole o roba stereotipo di Cosa Nostra. Ciò al fine di contrastare ogni tipo di di atteggiamento, anche di mera indifferenza, di favore nei confronti della mafia, promuovendo di contro iniziative culturali, sociali ed amministrative idonee ad eliminare alla radice la capacità lesiva del fenomeno mafioso. I commercianti che violeranno tale disposizione rischiano una multa da 100 a 500 euro. Nello specifico il divieto è quello di “vendere qualsiasi tipo di oggetto, souvenir, gadget che inneggi o semplicemente richiami anche ‘in termini positivi’, in qualunque modo e forma, alla mafia ed alla criminalità organizzata in genere”. All’interno della stessa ordinanza Palazzolo motiva questo divieto con il fatto che tali oggetti “mortificano la comunità cinisense, da anni impegnata nella diffusione della cultura della legalità e nel contrasto alla mafia. Ancora oggi persiste il rischio concreto che la subcultura mafiosa possa trovare nuova linfa in atti, comportamenti ed atteggiamenti tendenti a creare le condizioni sociali per una rivitalizzazione del fenomeno mafioso”. Cinisi è stata fortemente segnata dalla mafia con l’omicidio di Peppino Impastato,  fatto uccidere il 9 maggio del 1978 dal boss Tano Badalamentidi   perché aveva osato sbeffeggiare e denunciare pubblicamente dai microfoni di Radio Aut il capoclan del paese.  

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