Carini, uccise Orlando, Giambanco e Tocco: fine pena mai per Freddy Gallina
Fine pena mai per Freddy Gallina. Per il 44enne di Carini è infatti arrivata la condanna all’ergastolo per tre omicidi di cui si sarebbe reso responsabile. La sentenza è arrivata dopo una lunga camera di consiglio dai giudici della seconda sezione della Corte d’assise che hanno accolto la richiesta dei pm Dario Scaletta e Federica La Chioma. A Ferdinando Gallina, recentemente estradato dagli Stati Uniti dove si era rifugiato nel 2016 mentre era ancora sottoposto alla sorveglianza speciale dopo una prima detenzione in carcere per associazione mafiosa, vengono addebitate tre esecuzioni che sarebbero state ordinate dai boss di Tommaso Natale Salvatore e Sandro Lo Piccolo nell’ambito della faida di Carini che nei primissimi anni del 2000 seminò una dozzina di morti. Ad incastrarlo le rivelazioni dei pentiti Antonino Pipitone e Gaspare Pulizzi, che nel ricostruire una lunga scia di vendette incrociate, hanno indicato Freddy Gallina quale spietato sicario del gruppo di fuoco del clan. Il primo omicidio, Freddy Gallina lo avrebbe compiuto a soli 22 anni, nel popolare quartiere palermitano dello Zen facendo finire sotto i colpi di arma da fuoco la vita del macellaio Felice Orlando che, nell’ambire alla scalata dei vertici di Cosa Nostra avrebbe parlato male dei boss Lo Piccolo. Successivamente, Gallina si sarebbe macchiato dell’uccisione del carinese Francesco Giambanco, sparito nel dicembre del 2000 e ritrovato morto carbonizzato tre settimane dopo. Per la cosca locale guidata dai Pipitone, alleati dei Lo Piccolo, Giambanco sarebbe stato coinvolto nel caso di lupara bianca che aveva interessato un uomo del clan: Federico Davì. L’uomo inoltre, era «sotto accusa» perché responsabile di intimidazioni e incendi «non autorizzati» nella zona. Il terzo omicidio per cui Freddy Gallina è stato condannato all’ergastolo riguarda Giampiero Tocco, il macellaio di Terrasini che venne rapito nell’ottobre del 2000 da un commando di finti poliziotti che lo bloccarono mentre era in auto con la figlioletta di 6 anni, unica testimone di quel sequestro finito nel sangue. Prima condanna a vita dunque per Freddy Gallina, considerato figlio d’arte visto che, il padre Salvatore, a sua volta è rimasto per lungo tempo a capo del clan mafioso e condannato anche per il sequestro e l’uccisione del piccolo Giuseppe Di Matteo.