San Cipirello, Tar Lazio conferma lo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose
Il Tar del Lazio conferma lo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose nel 2019. Vi furono «sistematiche violazioni e irregolarità nella gestione delle attività comunali, un diffuso clima di illegalità e la compromissione della struttura burocratica e politica dell’ente». Viene respinto dunque con una sentenza il ricorso presentato dall’ex sindaco Vincenzo Geluso insieme a Giovanni Randazzo, Nicolò Di Lorenzo, Claudio Russo, Maria Grazia Lo Piccolo, Piera Rizzuto, Giuseppe Clesi e Vincenzo Randazzo. Ad assisterli c’erano gli avvocati Girolamo Rubino, Rosario De Marco Capizzi e Massimiliano Valenza. Per i giudici delle prima sezione romana, presieduta da Antonino Savo Amodio, «di assoluta significatività è la circostanza che in occasione delle elezioni amministrative del giugno 2017 alcuni esponenti della locale organizzazione criminale abbiano manifestato interesse verso la candidatura del sindaco, come dimostrato dagli atti raccolti in fase istruttoria e riguardanti episodi puntualmente descritti. Tra cui quelli verificatisi durante un comizio elettorale e nel corso dello scrutinio dei voti durante la tornata elettorale. Viene anche accertato il sostegno al sindaco, attraverso piattaforme social, da parte di alcuni soggetti vicini alle locali consorterie mafiose. Diversamente da quanto sostenuto nel ricorso, gli episodi riportati non sono privi di significato né giustificabili in virtù della normale “dialettica” tipica della fase pre-elettorale nei piccoli centri cittadini. Essi, invece -scrivono i giudici -, danno conto, specie se letti unitariamente, della esistenza di un quadro indiziario più che significativo della vicinanza delle consorterie criminali agli organi di vertice del Comune». Il Tar ha condannato gli ex amministratori al pagamento di 3 mila euro delle spese di lite in favore del ministero dell’Interno.