Partinico, Comitato invaso Poma: “Consorzio di bonifica condannato a pagare 8 milioni”
“ Pare che il Consorzio di bonifica Palermo 2 sia stato condannato a pagare circa 8 milioni di euro per un contenzioso, a seguito della risoluzione del contratto con le società che dovevano realizzare un invaso e la condotta di allacciamento al torrente Corleone”.
A dichiararlo è il portavoce del Comitato Invaso Poma Antonio Lo Baido.
“Si tratta di un’opera finanziata molti anni fa dalla Cassa per il Mezzogiorno. Una notizia che ci preoccupa fortemente e che potrebbe mettere a rischio la campagna irrigua di quest’anno, di cui non si hanno notizie, e la stessa stabilità finanziaria del consorzio, visto i gravi problemi economici che già aleggiano sul futuro di tutti i consorzi bonifica”.
“Nel dettaglio, come si legge in una delibera del Commissario straordinario del 15 aprile 2021, il Consorzio Palermo 2, è stato raggiunto nelle scorse settimane da una intimazione di pagamento che ammonta a circa 8 milioni di euro, oltre ad interessi legali e spese accessorie, attraverso un atto di precetto, notificato a seguito di una serie di sentenze sfavorevoli emesse da Tribunale di Palermo – afferma Lo Baido.
La notizia di questo ulteriore debito potrebbe rendere ancora più problematico l’avvio della campagna irrigua, a cui si aggiungono i gravi ritardi già denunciati dal nostro comitato relativi ai lavori da 17 milioni di euro per il rifacimento della rete irrigua del primo lotto sollevato dell’Invaso Poma che non sono ancora stati appaltati. Ci auguriamo vivamente che questi fondi non vadano persi a causa delle solite pastoie burocratiche – continua ancora il portavoce del Comitato invaso poma. Ecco perché, alla luce di questi fatti, riteniamo non più rinviabile l’affidamento della gestione delle acque direttamente agli agricoltori con libere elezioni, come è già previsto dalla legge che al contrario è stata aggirata da decenni di commissariamenti continui.
Stiamo dando il nostro contributo per accelerare la riforma dei consorzi di bonifica – conclude Antonio Lo Baido, ma non vorremmo che alla fine questa riforma che si trascina da troppo tempo si trasformi in una scusa per continuare a togliere agli agricoltori la possibilità di amministrare direttamente e democraticamente la distribuzione dell’ acqua per l’agricoltura.”
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