Montelepre, il sindaco a Roma per difendere “gestione autonoma servizio idrico”
Una delegazione di Sindaci, tra cui quello di Montelepre, Maria Rita Crisci, insieme alla Presidente dell’Associazione Nazionale Piccoli Comuni di Italia Franca Biglio ed al Dott.Castaldi dell’Osservatorio Gocce d’Acqua, ieri mattina ha incontrato al Ministero della Transizione ecologica, il sottosegretario Vannia Gava per affrontare la problematica relativa alla gestione in salvaguardia del servizio idrico integrato. Nel corso del vertice, gli amministratori hanno esposto la necessità che sia garantito il diritto dei comuni di continuare la gestione diretta del servizio idrico integrato e che , pertanto, non venga abrogato l’art 147 comma 2 bis,letto.b del D.Lgs 152/06, così come previsto dall’art.19 del progetto di DL del 24 aprile 2021, sulla transizione ecologica , in questi giorni in corso di approvazione da parte del Governo.
Come si evince dalla relazione illustrativa, questo disegno di legge parte dall’assunto che solo una conduzione unica può garantire una gestione efficace,efficiente ed economica del SII e dei piani di investimento coerenti con gli obiettivi del PNRR. Molti comuni che hanno ottenuto il riconoscimento ufficiale della gestione in salvaguardia contestano in modo determinato questa abrogazione e le motivazioni che sono poste alla base.
Tante sono le azioni che il coordinamento dei Sindaci costituitosi in questi giorni sta portando avanti per sensibilizzare il Governo nazionale su questo argomento. Nel corso dell’incontro i Sindaci, attraverso una relazione dettagliata, hanno esposto alla Sottosegretaria le peculiarità della gestione in salvaguardia, evidenziandone la virtuosita’, sia sotto il profilo dei costi, che con una gestione unica industriale potrebbero aumentare considerevolmente, sia dal punto di vista degli investimenti futuri. Gli amministratori hanno inoltre evidenziato che in alcuni ambiti territoriali, come quello dell’Ati di Palermo e di Agrigento, sia già stato approvato il piano d’ambito con la previsione degli investimenti per i prossimi trent’anni. Questo intervento normativo potrebbe segnare un disastroso ritorno indietro nell’applicazione della disciplina del Servizio idrico integrato che i Comuni, a tutela dei propri territori, cercheranno di scongiurare.