Giardinello, parla l’avvocato della famiglia di Ana Di Piazza: “l’ergastolo a Borgia è la sentenza che attendevamo”
Ergastolo, interdizione perpetua dai pubblici
uffici, decadenza della potestà genitoriale, risarcimento dei danni alle parti
civili da liquidarsi in separata sede, con provvisionali di oltre 200 mila
euro, oltre alle spese processuali .
A tutto questo è stato condannato ieri
l’imprenditore partinicese Antonino Borgia per l’efferato delitto commesso nei
confronti della trentenne di Giardinello Ana Di Piazza, barbaramente uccisa al
quarto mese di gravidanza.
Ana è stata massacrata con 10 fendenti in
tutto il corpo e a colpi di bastonate dall’uomo con cui intratteneva da tempo
una relazione e che si è rivelato il suo orco.
“E’ la sentenza che attendevamo – dice
l’avvocato Angelo Coppolino , legale di parte civile nel processo contro l’
assassino di Ana – una decisione che rappresenta il giusto epilogo di una
drammatica vicenda giudiziaria ed umana – prosegue Coppolino – che ha visto
spezzata una giovane vita, quella di Anna, e segnare per sempre quella della
madre di lei e del figlio rimasto orfano all’età di 11 anni. La pena inflitta è
giusta ed equa e deve servire da monito anche se la violenza di genere non può
essere contrastata unicamente con strumenti repressivi e punitivi. Occorre una
mobilitazione culturale – conclude l’avvocato Angelo Coppolino – che scuoti e informi
le coscienze al rispetto della vita in sé e della donna in particolare nella
sua dignità e integrità”.
Le motivazioni
della sentenza emessa dai giudici della prima sezione penale del
tribunale di Palermo presieduta da Sergio Gulotta saranno depositate entro 90
giorni. Accolta, quindi, la
ricostruzione fatta in aula durante la requisitoria dal pubblico ministero
Chiara Capoluongo che aveva chiesto per Borgia la massima pena in ragione della
crudeltà e della premeditazione degli atti compiuti nei confronti della vittima.
Per la pubblica accusa Borgia avrebbe agito
con la lucida intenzione di uccidere Ana per salvare se stesso e il suo matrimonio.
Il 22 novembre del 2019 tra i due ci fu un litigio, Ana, scoprendo di essere
incinta, in più occasioni avrebbe chiesto
ad Antonino Borgia un aiuto. Così all’ennesima richiesta, Borgia le diede un
appuntamento a Balestrate per discutere della situazione. Qui la ragazza venne accoltellata
una prima volta. Borgia a quel punto la convinse a salire nella sua auto per
portarla in ospedale. Ma in realtà la finì durante il percorso. L’uomo l’accoltellò
più volte e la colpì alla nuca con un bastone mentre percorreva la statale 113. A quel punto, tentò di
occultare il suo cadavere tra la vegetazione di un appezzamento di terreno di
contrada Margi. Grazie ad alcune
segnalazioni di alcuni passanti i carabinieri della compagnia di Partinico si
misero immediatamente sulle tracce di Borgia e a scoprire tutto in pochissime
ore. Interrogato, alla fine, ammise le
sue colpe.
Borgia, però,
sia ai carabinieri ed anche in
tribunale, ha sempre sostenuto di avere ucciso Ana in un momento di rabbia e
paura perché minacciato dalla ragazza che se non gli avesse dato i soldi
richiesti avrebbe raccontato a sua moglie della loro relazione extraconiugale e
del bimbo in attesa.
Il difensore
di Borgia, l’avvocato Salvatore Bonnì, infatti, durante la sua arringa ha
sostenuto che il proprio assistito non aveva intenzione di uccidere Ana. Ma la corte non gli ha creduto ed ha
condannato Borgia a fine pena mai. Alle parti civili, difese dagli avvocati
Antonio Scianna e Angelo Coppolino, sono state riconosciute, a titolo di
risarcimento le provvisionali di 220 mila euro per il figlio minore di Ana e la mamma della vittima, e 30 mila euro per
il fratello.