Cinisi, zona rossa: protestano commercianti, consegnate chiavi dei negozi
Anche a Cinisi i commercianti sono sul piede di guerra. Guidati dalla Confesercenti, in segno di protesta gli esercenti consegnano le chiavi delle loro attività al Comune. “Sappiamo – afferma il presidente di Confesercenti Cinisi, Salvatore Maniaci – che l’amministrazione comunale non ha responsabilità diretta in questa vicenda e non vogliamo dare colpe a chi non ne ha. Ma i nostri primi riferimenti sono il sindaco e la sua giunta, e il consiglio comunale. Ed è a loro che ci rivolgiamo per farsi da portavoce presso gli enti superiori al fine di ripristinare le condizioni per l’apertura di tutte le attività del nostro territorio. In segno di protesta simbolica consegniamo le chiavi delle nostre attività”. In una nota indirizzata proprio a sindaco, giunta e presidente del consiglio comunale, i negozianti mettono in evidenza la loro terribile situazione. Cinisi è infatti in zona rossa dallo scorso 8 aprile, provvedimento che è stato prorogato sino al 5 maggio per via dell’aumento dei casi di coronavirus in paese. Questo significa che sono in atto delle imponenti restrizioni e la chiusura obbligatoria delle attività commerciali considerate non indispensabili. Tra questi rientrano parrucchieri, estetiste, barbieri, gioiellieri, negozianti di abbigliamento e calzature. “Non saranno le attività di queste categorie – sottolinea Maniaci – ad abbassare la curva. L’unico abbassamento che si registra è quello degli incassi di piccoli imprenditori che hanno tasse da pagare, affitti da saldare, famiglie da mantenere e dipendenti a cui garantire lo stipendio”. L’organizzazione di categoria lamenta soprattutto il fatto che da quando è cominciata la pandemia il governo nazionale ha imposto ai negozianti di attivare una serie di misure anti-contagio, che chiaramente hanno imposto anche degli investimenti di carattere economico: “Abbiamo comprato disinfettanti, guanti, mascherine e visiere – precisa l’associazione di categoria -. Abbiamo speso somme improponibili per sanificazioni e schermi divisori. A cosa è servito tutto questo?”. A ridosso dell’1 maggio, festa dei lavoratori, la Confesercenti chiede aiuto alle istituzioni a tutti i livelli affinchè si garantiscano le riaperture, seppur in totale sicurezza.