Coronavirus, lockdown da domani a San Cipirello e San Giuseppe Jato
Da domani, giovedì 25 febbraio e fino all’11 marzo, i due comuni della valle dello Jato diventeranno “zona rossa”. E’ quanto prevede un’ordinanza del presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci. “Il provvedimento, preso d’intesa con l’assessore alla Salute Ruggero Razza – viste le note dei Comuni e le relazioni del dipartimento di Prevenzione dell’Asp – serve a salvaguardare la salute pubblica e contrastare la diffusione del Coronavirus nel due centri. Le misure restrittive resteranno in vigore fino a giovedì 11 marzo”, spiega in una nota la Regione. Nei giorni scorsi il Comune di San Cipirello aveva richiesto l’intervento della Regione per far fronte all’ondata di contagi che sta interessando la comunità collinare. Lo stesso ha fatto il Comune jatino. A supportare entrambe le richieste è stato il Dipartimento di prevenzione di Partinico. Da giorni tanti cittadini chiedevano alle commissarie straordinarie la chiusura delle scuole. Un provvedimento che in realtà non compete ai Comuni, ma agli organi superiori. Infatti a San Giuseppe Jato è stata parzialmente revocata l’ordinanza del commissario regionale che aveva disposto la chiusura degli edifici scolastici. A sospendere le attività didattiche in tutte le scuole dei due Comuni è adesso un’ordinanza regionale. Che però prevede inevitabilmente anche la chiusura degli uffici pubblici e delle attività commerciali al dettaglio. Restano aperti solo gli uffici che erogano servizi essenziali e di pubblica utilità. Così come potranno continuare le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità. Sia a San Giuseppe Jato che a San Cipirello è previsto il divieto di accesso e di allontanamento dal territorio comunale. Ci si potrà spostare solo per “comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute”. Sarà sempre consentito il transito, in ingresso e in uscita, per il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza, nonché per gli operatori sanitari e socio-sanitari e per il personale impegnato nell’assistenza alle attività inerenti l’emergenza. Ammessi anche l’ingresso e l’uscita di prodotti alimentari, sanitari e di beni o servizi essenziali. Inoltre, rimane consentito il transito esclusivamente per garantire le attività necessarie per la cura e l’allevamento degli animali, nonché per le attività imprenditoriali non differibili in quanto connesse al ciclo biologico di piante. Rimangono aperte le edicole, i tabaccai, le farmacie e le parafarmacie secondo gli ordinari orari di lavoro. Nei giorni festivi è vietato l’esercizio di ogni attività commerciale, a eccezione di edicole, tabaccai, farmacie e parafarmacie. Consentita sempre la vendita, con consegna a domicilio, dei prodotti alimentari e dei combustibili per uso domestico e per riscaldamento.
Per uscire di casa servirà un valido motivo. Disposto il divieto di circolare, a piedi o con qualsiasi mezzo pubblico o privato, ad eccezione di comprovate esigenze di lavoro, per l’acquisto di generi alimentari e beni di prima necessità, per ragioni di natura sanitaria, per stato di necessità imprevisto e non procrastinabile o per usufruire di servizi o attività non sospese.