Carini, rientra la crisi idrica a Villagrazia, zona Peep, Carini bassa e parco degli ulivi

E’ stata completata la fase di riempimento dell’acquedotto Jato. Dopo i necessari controlli di qualità, sono state riaperte le consegne ai comuni della fascia costiera nord. Già da stanotte sono state ripristinate le pressioni nelle reti di distribuzione delle aree esterne di Balestrate, Trappeto, Terrasini e Cinisi, all’aeroporto Falcone e Borsellino, a Capaci ed Isola delle Femmine ed in fine nella zona di Corso Italia, Via Sant’Anna, Villagrazie e parco degli ulivi nel territorio comunale di Carini. Durante la fase transitoria, le variazioni di flusso idrico all’interno delle tubazioni potranno determinare una temporanea variazione della torbidità delle acqua in distribuzione, anche se tale condizione dovrebbe rientrare rapidamente. “Certamente l’acqua costituisce un esigenza primaria essenziale per tutti noi – sottolinea il sindaco di Carini Giovì Monteleone – e basta un guasto una interruzione per mettere in crisi l’intera collettività pregiudicando ogni attività. E’ pur vero che un territorio, che per tanti decenni, non aveva superato i 17 mila abitanti e che nell ‘ultimo ventennio ha più che raddoppiato i suoi abitanti, difficilmente riesce a reggere un’ondata d’urto che comporta questo forte incremento demografico : proprio in questi giorni Carini ha superato i 40 mila abitanti residenti nel suo territorio”. Praticamente si è costruito e fatto costruire per decenni non tenendo conto che ogni abitante che si insedia ha bisogno non solo di una casa, (a Carini ci sono case costruite per 280 mila abitanti), ma anche di scuole materne e parchi gioco dove fare socializzare i propri bambini, di scuole dove fare istruire i propri figli e di tanti servizi adeguati : raccolta dei rifiuti, trasporto pubblico, strade adeguate, loculi cimiteriali dove seppellire i morti e soprattutto fognature dove smaltire i reflui e tanta, tanta acqua per la propria igiene e per le esigenze primarie di una comunità. “Tanti nostri concittadini provenienti da Palermo – prosegue il sindaco di Carini – hanno scelto il nostro territorio per abitare nel “villino” per ritagliare per se e la propria famiglia uno spazio vivibile lontano dal caos dalla città. Ma in un paese con risorse adeguate (fonti d’acqua, infrastrutture, servizi e burocrazia) per una popolazione di poco più di 15 mila abitanti, difficilmente, specialmente se non c’è stata alcuna programmazione negli anni, si riesce a soddisfare i bisogni di quella che è diventata una vera e propria città. Carini che per secoli era stata autosufficiente per l’acqua tanto da distribuirla ad altri paesi limitrofi, circa 20 anni fa ha dovuto ricorrere a una fonte lontana tanti chilometri e cosi nel 1994 si realizzò il primo appresamento di acqua all’adduttore Amap , realizzato negli anni 70, che veicola l’acqua dal bacino Poma a Palermo. Purtroppo nel giro di un mese è successo che , causa la vetustà dell’adduttore, prima L’Amap e poi la Regione sono dovute intervenire più volte per fare interventi di riparazione e ristrutturazione degli impianti. Da circa 5 anni – continua ancora il primo cittadino – chiedo all’Amap di utilizzare come fonte alternativa due pozzi dello Zucco nel territorio di Carini che erogano 15 litri di acqua al secondo e sono già collegati all‘adduttore Amap che passa dal nostro territorio, ma ci sono stati problemi di ordine burocratico che ne hanno impedito l’autorizzazione all’utilizzo. Pare che l’ emergenza dettata da queste continue interruzioni possa sbloccare questa situazione e assicurare una fonte alternativa che, anche se non adeguata, può mitigare, durante le emergenze, il disagio dei tanti cittadini che popolano il nostro immenso territorio. Scusandomi per il disagio arrecato – conclude Giovì Monteleone – posso assicurare gli utenti domestici, commerciali e la popolazione scolastica che l’amministrazione comunale ha seguito tutte le fasi dell’emergenza ed è stata in continuo contatto con l’amap e il dipartimento regionale per garantire il ripristino del servizio nelle zone in cui è avvenuta l’interruzione”.