Alcamo, la Corte d’Appello ha assolto Nino Papania dall’accusa di voto di scambio
La prima sezione penale della Corte di Appello di Palermo, ha assolto l’ex senatore alcamese Nino Papania dall’accusa di corruzione elettorale. Si tratta di un filone delle inchieste che provocarono la cancellazione della candidatura di Papania dalle liste del Pd per le Politiche del 2013 perché ritenuto «impresentabile». Nello stesso procedimento, il Presidente della corte d’Appello Adriana Piras ha assolto dalla stessa accusa pure Leonardo Vicari, Giovanni Renda, Leonardo e Giuseppe De Blasi. L’assoluzione di tutti gli imputati era stata chiesta dal Procuratore Generale durante la sua requisitoria perchè già giudicati per gli stessi fatti in un altro procedimento concluso in assoluzione. In primo grado Nino Papania era stato condannato a un anno di reclusione e a pagare una multa di 2.400 euro per voto di scambio. La nuova norma sulle intercettazioni ha reso poi inutilizzabili quelle che nel primo processo lo avevano fatto condannare dopo essere rimasto coinvolto in una inchiesta legata alle amministrative del 2012 di Alcamo nel corso della quale venne accusato di aver ceduto denaro e posti di lavoro in cambio di soldi. Papania venne anche processato per concorso esterno in associazione a delinquere semplice. Venne assolto per questo reato ma condannato nel 2016 in primo grado a 8 mesi con la condizionale per voto di scambio, con altri imputati. Anche in quel caso venne poi assolto in appello nel 2019. Papania ha sempre negato ogni addebito e, nonostante nel 2013 la Commissione nazionale di garanzia del Partito democratico gli negò la possibilità di ricandidarsi alle nazionali, continua ad essere attivo politicamente avendo recentemente fondato il movimento “Via”. La Corte d’Appello ha anche revocato la statuizione in favore delle parti civili.