Prostituzione minorile, in manette tre imprenditori del settore moda
Tre imprenditori nel settore della moda sono finiti in manette per violenza sessuale nei confronti di minorenni e induzione alla prostituzione minorile. Le indagini condotte dalla squadra mobile di Palermo e coordinate dalla Procura avrebbero accertato un episodio di violenza sessuale e fatto emergere un fiorente giro di prostituzione che ha coinvolto le modelle iscritte nelle agenzie Vanity Models Management e la Max Services Agency. In carcere sono finiti il monrealese Francesco Pampa, 42 anni, accusato di violenza sessuale confronti di minorenne, prostituzione minorile, induzione e favoreggiamento della prostituzione di maggiorenne e, Massimiliano Vicari, 44 anni, per prostituzione minorile e induzione e favoreggiamento della prostituzione di maggiorenne. Ai domiciliari un 36enne indagato per prostituzione minorile, per aver intrattenuto rapporti sessuali con una ragazza non ancora diciottenne in cambio di denaro. Pampa e Vicari, avrebbero gestito le loro agenzie condividendo gli spazi dello stesso studio sito nel pieno centro del capoluogo. Il primo e’ un agente di moda, il secondo e’ titolare di un’agenzia che presta servizi di promozione e supporto sul web ad altre imprese. Insieme hanno creato una struttura per la promozione di giovani modelle del territorio, provenienti anche da altre province siciliane, che hanno fatto partecipare ad eventi di respiro nazionale e internazionale, come le fiere dei cavalli arabi che si sono tenuti anche a Milano e Parigi, capitali europee della moda. Il terzo indagato e’ coinvolto nella vicenda perche’ orbitando nell’organizzazione creata dai due avrebbe approfittato di una minorenne intrattenendo rapporti sessuali in cambio di denaro. L’indagine e’ partita dalle dichiarazioni di una giovane che a 15 anni ha iniziato a lavorare con i due uomini. La ragazza agli investigatori ha rivelato di essere stata ‘iniziata’ quasi subito da Pampa che l’ha poi proposta al socio Vicari e poi indotta a concedersi ad uomini piu’ grandi, clienti dell’agenzia o semplicemente a coloro che partecipavano agli eventi legati alla moda. Dal racconto della giovane e da altre informazioni assunte, corroborate da attivita’ tecniche, e’ emerso che le aspiranti modelle venivano contattate tramite i social e invitate a partecipare ai provini che si tenevano presso lo studio condiviso dai due indagati. Le giovani minorenni accompagnate dai genitori, superato il provino con il patron Pampa, si iscrivevano all’agenzia pagando un quota di circa 50 euro. Da quel momento iniziava il loro percorso all’interno dell’agenzia e partecipavano a casting, sfilate o shooting fotografici che si tenevano in ambito locale o al massimo all’interno della territorio regionale. Durante questi eventi le giovani iniziavano a legarsi al loro agente, che godeva gia’ della fiducia e della stima dei genitori delle minorenni. Con le modelle Pampa instaurava un rapporto privilegiato dedicandosi non solo alla loro crescita professionale, molte partecipavano a concorsi di bellezza aggiudicandosi le prime posizioni e le ambite fasce da Miss, ma occupandosi anche del loro benessere personale, accontentando ogni loro desiderio. Le promesse mantenute di vincere le gare di bellezza locali e le regalie erano parte del sistema creato dall’indagato, finalizzato esclusivamente ad irretirle per poter in un secondo momento abusarne sessualmente e per cederle poi ad amici e ai clienti conosciuti durante gli eventi legati alla moda, che pagavano centinaia di euro per avere rapporti sessuali con le vittime. Grazie a quel rapporto intimo e di fiducia il manager riusciva a gestire le giovanissime che abbassavano la guardia e cadevano nel giro della prostituzione. Dai racconti prima e dai riscontri tecnici poi e’ emerso che Pampa dopo aver instaurato il rapporto di fiducia, si spingeva oltre e iniziava il corteggiamento fino ad arrivare a consumare con alcune veri e propri rapporti sessuali, non curandosi dell’eta’. I benefici promessi alle giovani erano soldi, regalie e progressioni di carriera; le piu’ ambiziose aspiravano al successo e per raggiungerlo avevano bisogno che il manager le portasse ai casting di rilievo nazionale che avvenivano nella capitale della moda o ad eventi di respiro internazionale che interessavano imprenditori del settore da tutto il mondo. Questi eventi, accessibili solo ad alcune modelle, diventavano le occasioni in cui Pampa e Vicari, che si presentavano come i manager delle indossatrici, inducevano e favorivano la prostituzione delle ragazze minorenni o poco piu’ che maggiorenni, rapportandosi con clienti che pagavano direttamente i due agenti alla fine della consumazione dei rapporti sessuali.