Partinico, processo Maniaci: rinviati requisitoria difesa e sentenza al 9 febbraio

Slitta al 9 febbraio la requisitoria della difesa e la contestuale sentenza nei confronti di Pino Maniaci, il titolare dell’emittente televisiva Telejato di Partinico finito sotto processo con l’accusa di presunte estorsioni ad amministratori pubblici, diffamazioni a giornalisti, politici e ad altri personaggi del territorio. L’avvocato Bartolo Parrino che difende Maniaci insieme ad Antonio Ingroia, ha avanzato ed ottenuto la richiesta di rinvio per “esigenze” degli stessi legali della difesa. Il giudice ha accolto la richiesta e sospeso i termini di prescrizione del procedimento giudiziario.

 Nei confronti di Pino Maniaci, il Pubblico Ministero Amelia Luise ha chiesto la condanna ad 11 anni e mezzo di carcere. L’accusa, così come ricostruito dagli inquirenti  anche attraverso l’ausilio di cimici ed intercettazioni telefoniche, ha insistito sulla tesi che Maniaci avrebbe utilizzato la sua emittente per mettere gli amministratori locali alle strette  allo scopo di ricevere denaro. Raggiunto lo scopo, lo stesso avrebbe poi compensato con la concessione di repliche ed interviste “riparatorie” per “alleggerire” le precedenti contestazioni diffuse.  

Quando nel 2016 Pino Maniaci rimase coinvolto nell’inchiesta giudiziaria Kelevra, venne diffuso un video della polizia registrato nella stanza comunale dell’allora sindaco di Borgetto Gioacchino De Luca, da cui si evinceva nell’ambito di un ambiguo dialogo la consegna di 366 euro in contante. La difesa però ha sempre sostenuto che quella somma fosse il costo del servizio di messa in onda per un mese della pubblicità che lo stesso De Luca avrebbe commissionato a Tele Jato per conto della moglie dell’ex amministratore che invece ha sempre accusato Maniaci.   

E De Luca non sarebbe stato il solo a ricevere pressioni. Anche l’ex sindaco di Partinico Salvo Lo Biundo avrebbe ammesso di avere persino   assunto in nero una persona cara a Maniaci, per fargli fare le pulizie nel suo ufficio in municipio quando la stessa non avrebbe più avuto la possibilità di farlo attraverso il servizio civico.

 

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