Montelepre, “Piano di rientro” della discordia: approvato al 2° tentativo
E’ stato approvato il piano di rientro del Comune di Montelepre, dopo la clamorosa bocciatura una prima volta di tale manovra lo scorso 14 dicembre tanto da mettere in moto il commissario straordinario inviato dalla Regione per la valutazione del caso. Nella seduta di ieri sera in 7 hanno votato favorevolmente, i 6 di sostegno all’amministrazione e Giacomo Misura dell’opposizione; dagli altri 4 consiglieri presenti 3 astensioni e un “no”. La questione si era spostata sul piano politico dopo la prima boccatura dei giorni scorsi, con un duro scontro tra maggioranza e opposizione culminato anche con un documento di 4 consiglieri che hanno anche chiesto le dimissioni della sindaca Maria Rita Crisci. Al secondo tentativo, quindi, la manovra è passata anche perchè il consiglio comunale rischiava lo scioglimento per inadempienza. L’operazione finanziaria finita al centro delle polemiche riguarda il calcolo del Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità, una voce del bilancio in cui obbligatoriamente devono essere stanziate e vincolate delle somme di cui non si ha certezza che il Comune possa effettivamente incassarle come trascritto nel bilancio di previsione. Il suo calcolo da quest’anno si sarebbe modificato, passando al cosiddetto “metodo ordinario” obbligatorio, e questo ha comportato un disavanzo pari a 231 mila euro. Oltretutto, come era stato sottolineato dagli uffici della Ragioneria, questa operazione del ripiano dal disavanzo era da ritenersi obbligatoria, anche in considerazione del fatto che la mancata adozione entro giorni 45 dall’approvazione del rendiconto è equiparata a tutti gli effetti alla mancata approvazione del rendiconto di gestione. Una scelta praticamente obbligata anche dalla mancata disponibilità dell’avanzo libero da utilizzare per il ripiano. Ecco perchè l’amministrazione comunale, d’intesa con gli uffici della ragioneria, il segretario generale e i revisori dei conti avevano opzionato sulla possibilità di avvalersi di un ripiano in 15 anni a decorrere dall’esercizio finanziario 2021, in quote annuali costanti in modo da consentire una maggiore dilazione ed un minore aggravio sui bilanci futuri, approfittando di una norma del 2019. Nel corso della seduta 4 consiglieri di opposizione hanno letto un documento, ribadendo la richiesta di dimissioni della sindaca Maria Rita Crisci, accusata di voler lasciare debiti alle future amministrazioni con tale manovra a causa di una cattiva gestione delle finanze locali. “I 4 consiglieri di opposizione hanno sostenuto inesattezze alquanto strumentali – ha replicato la prima cittadina – a cominciare dal fatto che si lasciano debiti. Si è solo scelto di utilizzare una legge statale del 2019 per alleggerire le previsioni di entrata di dubbia esigibilità, con la possibilità di limitare la spesa di soli 15.400 euro l’anno per 15 anni. Opportunità che l’anno scorso non c’era. Non c’era alcun obbligo da parte di questa amministrazione nell’eseguire tale operazione. Se il riferimento ai debiti è relativo al mutuo contratto per la Torre Ventimiglia, già di proprietà del Comune, vorrei sottolineare che c’è una sentenza, antecedente al mio mandato, che obbligava il Comune a pagare. Ringrazio sentitamente la responsabile dei servizi Finanziari, Francesca Sapienza, il segretario comunale per il lavoro fatto con la collaborazione dell’assessorato regionale agli Enti locali, dell’assessore Giuseppe Palazzolo ma soprattutto il commissario ad acta Vincenzo Raitano che ha ritenuto la manovra, che avevamo proposto al consiglio, corretta e necessaria all’Ente. Ora, dopo una settimana di fermo in attesa di questa approvazione, contiamo di approvare il bilancio in giunta entro la prossima settimana”.