Giardinello-delitto Ana Di Piazza, prima udienza del processo al partinicese Antonino Borgia
Si è celebrata ieri la prima udienza del processo sul delitto di Ana Maria Lacramioara Di Piazza, la 30enne di Giardinello assassinata dall’amante il 22 novembre dello scorso anno. Dietro le sbarre per l’efferato omicidio il partnicese 52enne Antonino Borgia. L’udienza ha visto, tra l’altro, la costituzione di parte civile della madre della vittima, la signora Anna Di Piazza, nel proprio interesse e in quello del nipote, figlio di Ana, rappresentato in aula dall’avvocato Angelo Coppolino e del fratello della ragazza assistito dal legale Antonino Scianna. “Non chiediamo vendetta – afferma Coppolino , ma una condanna adeguata alla gravità del delitto ed alle modalità brutali con cui è stato realizzato. Ci batteremo al processo perché al di là della responsabilità penale che le risultanze investigative consentono già adesso di poter ritenere fondata, l’imputato – conclude – possa avere il massimo della pena”. Ana Maria Lacramioara di Piazza, incinta di 4 mesi e mezzo venne uccisa dal suo amante con 10 coltellate, di cui tre all’addome e due al torace. Un delitto crudele quello di Ana scoperto grazie alle testimonianze di diverse persone. Una di loro raccontò di aver visto, guardando le immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza della sua abitazione, un uomo in mutande che aggrediva una donna. Un’altra, nelle campagne tra Alcamo e Balestrate, avrebbe invece visto una ragazza scappare da un furgone ed inseguita da un uomo. Proprio questo testimone aveva poi fornito agli inquirenti il nome della scritta sul mezzo, che portò gli investigatori alla ditta di progettazione e realizzazione di piscine di Borgia. Il cadavere della vittima venne trovato in un terreno lungo la statale 113. Gli investigatori avevano poi scoperto che Borgia aveva una relazione con la vittima, nonostante l’imprenditore fosse sposato e padre di figli. Borgia, reo confesso, ha sempre sostenuto di averla uccisa perchè Ana Maria Lacramioara Di Piazza lo avrebbe ricattato, chiedendogli dei soldi per non rivelare alla moglie il loro rapporto e la gravidanza; rischio che gli avrebbe fatto perdere la testa, uccidendola. Ma secondo la Procura questa sua ricostruzione sarebbe priva di riscontri, mentre vi sarebbero elementi che confermerebbero la premeditazione dell’omicidio, tanto da avere richiesto ed ottenuto il giudizio immediato nei confronti di Borgia, accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dalla crudeltà, dai futili motivi e dal fatto che la vittima fosse in gravidanza, nonché l’occultamento di cadavere e il procurato aborto.