Partinico, Asp 6-Faraoni: nessun ridimensionamento dell’ospedale
“La riduzione dei posti letto all’Ospedale di Partinico, così come in tutti gli altri Ospedali dell’Asp di Palermo, è determinata dall’applicazione delle misure anti-Covid che impongono, tra l’altro, il rigoroso rispetto del distanziamento interpersonale”. Lo ribadisce l’Azienda sanitaria del capoluogo che respinge le accuse su un ridimensionamento del nosocomio.
“L’attività – spiegano dalla Direzione aziendale – viene svolta così come avveniva in passato, rimodulandola alle nuove esigenze imposte dall’emergenza Coronavirus. Rispettiamo le istanze che provengono dal territorio, ma è doveroso riportare il dibattito sulla realtà dei numeri. Non è vero che a Partinico non ci si può curare e non è vero che i pazienti vengono trasferiti altrove per essere assistiti”.
La direzione aziendale dell’Asp ha preso in esame i dati di giugno, luglio, agosto e settembre (fino a giorno 15) del 2020 confrontandoli con quelli degli stessi mesi dell’anno precedente.
“A fronte di una riduzione dei posti letto, come detto per le norme anti-covid – spiegano dall’Asp di Palermo – è rimasta immutata la percentuale di pazienti trasferiti in altre strutture ospedaliere: il 16%, cioè uguale a quella del 2019. E’, invece, aumentata la percentuale dei ricoveri all’Ospedale di Partinico dei pazienti che sono arrivati al Pronto soccorso dello stesso ospedale, passando dal 7,5% del 2019 all’8,2% di quest’anno. Per quanto riguarda, inoltre, le prestazioni ambulatoriali, l’attività è ripresa a Partinico con modalità e protocolli uguali a tutte le altre strutture dell’Asp, che si sono dovute necessariamente e doverosamente adeguare alle misure anti-covid”.
L’Ospedale di Partinico, tra l’altro, ha potuto contare su un potenziamento delle risorse umane con una dotazione di personale maggiore rispetto al passato: erano 263 le unità di personale in servizio nell’era pre-covid, rispetto ai 270 di adesso.
“Abbiamo l’impressione – conclude il Direttore generale dell’Asp di Palermo, Daniela Faraoni – che si voglia a tutti i costi far passare una prospettiva della questione che non coincide con il dato della realtà. Non se ne conoscono le ragioni: forse le dinamiche di cambiamento a cui è stato sottoposto il Presidio hanno stressato psicologicamente alcuni, più della stessa organizzazione ospedaliera che, alla riapertura, ha saputo fare di più e meglio di quanto aveva posto in essere nello stesso periodo dell’anno precedente, quando l’emergenza Coronavirus non aveva segnato le nostre vite”.