Castellammare del Golfo, primo tavolo tecnico-tematico sugli incendi
Prosegue il percorso avviato il 5 settembre scorso con l’assemblea sull’emergenza incendi promossa dal CAI Sottosezione di Castellammare del Golfo, Gei (Gruppo Escursionisti Inici), Amici della Terra, Sei di Castellammare Se…, e che ha visto la partecipazione di altre associazioni e di cittadini sensibili ed interessati a trovare soluzioni concrete all’annoso problema.
Si è, infatti, insediato nell’aula consiliare, il tavolo tecnico-tematico con la presenza di delegati di tante associazioni castellammaresi che hanno a cuore il territorio e il suo patrimonio boschivo.
Diverse le proposte avanzate. Attenzione particolare, com’era d’obbligo, è stata riservata all’incendio particolarmente distruttivo che ha interessato la RNO dello Zingaro che Stefano Piccaloro del WWF ha proposto di volere identificare come l’Incendio per antonomasia e come l’anno zero per la Riserva. Piccaloro ha chiesto anche che si chieda la possibilità ad una delegazione di accedere alla Riserva per documentare con foto e filmati lo scempio a futura memoria.
Sullo Zingaro è intervenuto Gianquinto dell’AACS rappresentando la crisi del comparto turistico, già in ginocchio per l’emergenza COVID, e ora alle prese con le tante disdette collegate alla chiusura (fino a quando?) della Riserva.
Gaetano Sciascia del GEI ha chiesto che si cambino le modalità di gestione della stessa, prevedendo l’affido di parti di essa ad allevatori che possano portarvi il bestiame o altre attività che portino all’interno della riserva presenze interessate che ne costituiscano un presidio permanente.
Mariangela Galante, per il Coordinamento Sicilia SalviAmo i boschi, ha ricordato le azioni già intraprese nel 2017, annunciando una integrazione e reiterazione della denuncia presentata già allora e rimasta chiusa nei cassetti della procura. Inoltre, ha chiesto che le varie iniziative confluiscano nel chiedere con forza al presidente Musumeci una riforma del comparto forestale, la cui gestione fallimentare è più che evidente.
Sull’argomento sono stati registrati anche gli interventi qualificati del Dott. Dragotta ex Ispettore dipartimentale delle Foreste di Trapani ed ex dirigente servizio Antincendio e dell’ex ispettore forestale Camillo Di Maria dell’associazione “Zingaro e non solo” che hanno evidenziato le oggettive difficoltà in cui versa il comparto con mancanza di uomini e mezzi. E ci si è chiesti se non è tempo di rivedere la legge regionale del 13 maggio 2002 che ha scisso le competenze del comparto forestale regionale a due assessorati (Agricoltura e Foreste e Territorio e Ambiente) che talora sembrano scaricarsi le responsabilità a vicenda o essere in competizione, annoverando un duplicato numero di dirigenti a fronte del quale gli incendi non sono diminuiti.
Di questa richiesta è stato investito il sindaco al quale il tavolo tecnico ha rivolto l’appello a costituire una rete di sindaci che manifesti istituzionalmente con forza al presidente Musumeci il malcontento dei cittadini e l’insostenibilità di una politica di gestione del patrimonio boschivo completamente errata.
Di una perdita incredibile del paesaggio boschivo ha parlato nel suo intervento l’architetto Foderà di Amici della Terra, che ha invocato per i piromani le pene previste dalla legge 68/2000 contro chi è colpevole di disastro ambientale e indicato anche in Rete Natura 2000 la possibilità di trovare finanziamenti per tutelare i SIC e svolgere azioni mirate.
Basile, dell’ACAL, ha chiesto una presa di coscienza civica per la tutela del nostro territorio anche in ottica di difesa di un patrimonio di attrazione turistica. Ed in tal senso, è stato chiesto al Dott. Giovanni Dragotta, nella sua qualità di ex dirigente del servizio antincendio, il coordinamento e la formazione di un corpo civico di guardiania volontaria secondo precisi protocolli di sicurezza, riconosciuto e che nei giorni di criticità possa operare in sinergia con il servizio antincendio. In questo modo, nelle giornate più a rischio si potrebbe contare su tanti occhi a guardia e salvaguardia del patrimonio boschivo di tutti.
Vincenzo Borruso di Cambiamenti, a proposito, ha chiesto maggiori informazioni su bandi inerenti telecamere da installare a controllo del territorio. E, poi, ha ribadito l’importanza della costituzione di una rete di sindaci al fine di instaurare un preciso protocollo di gestione degli incendi.
A conclusione del dibattito, il sindaco Nicola Rizzo si è detto contento della prosecuzione del percorso intrapreso e a proposto la costituzione di un gruppo più ristretto che, facendosi portavoce delle varie associazioni, elabori precise e dettagliate proposte. Ha circostanziato delle azioni messe in atto dall’amministrazione in maniera preventiva tra cui l’emanazione dell’ordinanza di pulizia dei terreni incolti con inasprimento delle sanzioni pecuniarie per gli inadempienti e l’aggiornamento del catasto incendi, oltre che la convocazione del COC. Si è anche impegnato a convocare gli altri sindaci dei paesi limitrofi per fare rete nella elaborazione di una strategia di difesa del territorio.
I rappresentanti delle associazioni intervenute alla costituzione del tavolo tecnico-tematico auspicano, pertanto, che la ventata di indignazione per i roghi si trasformi in azione duratura sia a livello istituzionale che associativo e che contro i roghi nasca , dunque, un presidio etico che possa vigilare sulla prevenzione degli incendi: unica strategia efficace, come ha bene sottolineato il dott. Dragotta, per organizzare la lotta agli incendi, mentre troppo spesso si assiste alla “chiusura della stalla quando i buoi sono scappati”.