San Cipirello, oggi si ricordano due carabinieri uccisi durante il banditismo
Il 25 agosto del 1949 gli uomini della banda Giuliano assaltavano la caserma del nucleo anti-banditismo in via Garibaldi. Erano le 9 di sera. L’agguato durò circa 20 minuti e fu eseguito con mitra e lanci di bombe a mano. A perdere le vita furono Giuseppe Fiorenza e Giovanni Calabrese, due carabinieri siciliani di 22 e 23 anni. I primi colpi furono sparati mentre i due militari del reparto uscivano per perlustrare le vicinanCalabrese e Fiorenza morirono durante l’assalto sferrato alla caserma ze del paese. La prassi voleva che, proprio per prevenire eventuali imboscate, i carabinieri lasciassero la caserma a coppie distaccate l’una dall’altra. Aperta la porta, i due giovani divennero così bersaglio di una raffica di mitra seguita dallo scoppio di diverse bombe a mano. A morire quel giorno fu Fiorenza, originario di Centuripe, in provincia di Enna. Calabrese, che era nato a Modica, perse la vita invece l’indomani a Palermo a cause delle ferite. Ad organizzare l’assalto furono il mafioso Raffaele Lo Voi e il malavitoso Antonino Sciortino. A rivelarlo ai carabinieri nell’ottobre di quello stesso anno fu uno degli esecutori: Giuseppe Cucinella, comandante del 3° plotone della banda Giuliano. I banditi avevano agito secondo un piano prestabilito. Tra gli esecutori materiali, oltre a Cucinella, c’erano anche quattro banditi: Isidoro Bruno, Giovanni Genovese, Giuseppe Delizia e Domenico Oliveri. Tutti di San Giuseppe Jato. L’assalto alla caserma di San Cipirello avvenne una settimana dopo la strage di Bellolampo, dove morirono sette carabinieri. A Giuseppe Fiorenza e Giovanni Calabrese, i due carabinieri uccisi a San Cipirello, verrà intitolata l’odierna piazza Sorgente, che si trova a 150 metri dal luogo dell’a s s a l t o. A deciderlo nei mesi scorsi è stata la Commissione straordinaria che guida il Comune sciolto lo scorso anno per infiltrazione mafiosa.