Riciclaggio, sequestrati altri beni riconducibili all’ex manager Faustino Giacchetto
Le fiamme gialle hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo, emesso d’urgenza dal pubblico ministero e convalidato dal gip, nell’ambito di indagini coordinate dalla Procura di Palermo, nei confronti di Faustino Giacchetto, 57 anni, dei due figli e di Gioacchino Imburgia, 53 anni. Sotto sigillo sono finiti per tre immobili a Santa Marina Salina, ritenuti oggetto di “condotte di riciclaggio/auto-riciclaggio” grazie agli esiti degli accertamenti svolti nei riguardi del “comitato d’affari” messo in piedi e diretto dal manager della comunicazione Faustino Giacchetto e di cui facevano parte numerosi professionisti e imprenditori, che, spiegano gli investigatori, “attraverso la sistematica corruzione di esponenti politici e dirigenti pubblici” e lo ‘schermo’ di uno storico ente di formazione professionale siciliano (il Ciapi), aveva illecitamente percepito contributi pubblici per diversi milioni di euro e condizionato il regolare svolgimento delle gare di appalto per la gestione di grandi eventi in Sicilia. Giacchetto nel giugno del 2013 è stato destinatario di misure cautelari personali e reali disposte dal gip di Palermo e, successivamente, il Tribunale gli ha applicato anche misure di prevenzione personali e patrimoniali (con confisca di un ingente patrimonio). Successivi approfondimenti investigativi, svolti dagli specialisti del Gruppo Tutela spesa pubblica del Nucleo di polizia economico-finanziaria, hanno consentito di appurare che “Giacchetto aveva effettuato operazioni finanziarie immobiliari finalizzate a sottrarre parte del proprio patrimonio a eventuali provvedimenti di sequestro”. Nel dettaglio, nel marzo del 2013, pochi mesi prima di essere arrestato, aveva emesso tre assegni circolari per un totale di euro 550mila a favore della società immobiliare Gestione residenze siciliane con sede a Bagheria rappresentata dall’imprenditore Imburgia, senza alcun atto scritto. Si tratterebbe, dunque, del reato di trasferimento fraudolento di valori. A dicembre del 2018, dopo la definizione del primo grado della procedura di prevenzione a carico di Giacchetto, la società immobiliare ha ceduto ai suoi figli tre immobili nel comune di Santa Marina Salina per un prezzo complessivo di 550mila euro, corrisposto utilizzando proprio i tre assegni consegnati a Imburgia nel marzo del 2013. “In tal modo Giacchetto – spiega la Guardia di finanza – è riuscito a sottrarre tale somma all’esecuzione dei sequestri disposti nei suoi confronti e dei suoi prossimi congiunti”. I tre immobili, del valore complessivo stimato di circa 850mila euro, sono stati messi a reddito dai Giacchetto che li hanno utilizzati per locazioni brevi a fini turistici. Il manager della comunicazione è stato denunciato per auto-riciclaggio, mentre a carico dei figli e di Imburgia è stato ipotizzato il reato di riciclaggio.