Partinico, gli interessi dei boss e della politica sulla casa di riposo Canonico Cataldo
La relazione del Prefetto sullo scioglimento delle cariche elettive al Comune di Partinico svela gli interessi dei boss sulla casa di riposo Canonico Cataldo (ormai chiusa) e la vicinanza di alcuni dipendenti a pregiudicati di rilievo. Tre le ditte riconducibili a noti esponenti di Cosa Nostra che si sarebbero suddivisi, con carattere di continuità gli appalti dell’ente locale per l’affidamento dei servizi sociali, come ad esempio la fornitura di generi alimentari alla casa di riposo è stata data, sempre con affidamenti diretti, ad una ditta il cui titolare sarebbe parente di Carmelo Gariffo, nipote del super boss Bernardo Provenzano, e dei fratelli Mario Salvatore e Giovanni Grizzaffi, nipoti di Totò Riina. «Altra connotazione negativa – scrive la prefettura – appare la presenza di dipendenti comunali molti dei quali in stretti rapporti di parentela o di frequentazione con soggetti pregiudicati per mafia». Dettagli che secondo il Prefetto di Palermo, avrebbero alimentato l’atteggiamento ostruzionistico del Consiglio Comunale che per ben tre volte bocciò la proposta di esternalizzazione della gestione della casa di riposo derivata dal dissesto finanziario dell’ente locale. Inoltre, sempre secondo la Prefettura, i lavoratori utilizzati all’interno della casa di riposo sarebbero stati protetti da alcuni politici; circostanza denunciata dall’allora capo settore dei Servizi sociali, Nunzio Lo Grande per l’impossibilità di gestire la pianta organica ed i servizi annessi, a seguito di ingerenze e pressioni collegate a “dipendenti intoccabili”.