Operazione Sorella Sanità, Fabio Damiani ammette di avere intascato 50 mila euro da Manganaro

L’ex direttore generale dell’azienda sanitaria provinciale di Trapani Fabio Damiani ha ammesso, davanti ai pm di Palermo, di avere intascato 50 mila euro nell’ambito della vicenda finita sotto inchiesta con l’operazione delle fiamme gialle “Sorella sanità”.

L’ex responsabile della Centrale unica di committenza della Regione Sicilia ed è in carcere dal 21 maggio, con l’accusa di corruzione, per avere fatto parte di un gruppo  che avrebbe condizionato gli appalti – da 600 milioni complessivi – della sanità siciliana.

Interrogato dai magistrati del pool coordinato dal procuratore aggiunto Sergio Demontis, Damiani avrebbe messo a verbale di avere “Effettivamente  ricevuto da Salvatore Manganaro 50 mila euro il 4 dicembre 2018.  In realtà non erano 50 mila ma 37 mila complessivi“.

Secondo la versione dell’ex manager,   il suo collaboratore Manganaro avrebbe ottenuto quel denaro in virtù di alcuni favori fatti da lui stesso alla società Siram, che si era aggiudicata un appalto da 126 milioni per la fornitura dei vettori energetici e per la gestione degli impianti tecnologici dell’Asp 6.

Successivamente Manganaro avrebbe insistito perché Damiani accettasse una parte di quei soldi: “E io purtroppo li ho presi“ avrebbe detto ai Pm Giovanni Antoci e Giacomo Brandini, ammettendo infine di avere pure ricevuto un bancomat da Manganaro e, ;  in precedenza lo stesso Manganaro aveva ammesso di avere  secondo quanto risulta dalle chat di Telegram tra loro due, Damiani da quel conto avrebbe prelievato 20 mila euro.

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