Cinisi, Palazzolo: “l’arresto di Leonardo Badalamenti sia da monito per tutti”.
“In Sicilia non bisogna abbassare la guardia, anche contro linguaggi e comportamenti”. Lo afferma Giangiacomo Palazzolo, sindaco di Cinisi e responsabile nazionale legalita’ di Azione, commentando l’arresto da parte della Dia di Palermo del figlio del defunto boss Tano Badalamenti, Leonardo che, proprio in questi giorni, era stato denunciato dai carabinieri per essersi nuovamente impossessato di un casolare di contrada Uliveto a Cinisi, che gli era stato sequestrato e confiscato.
Il figlio del boss aveva infatti ottenuto dai giudici della corte di assise la restituzione del bene, finito per errore nel decreto di confisca. Senza attendere la notifica del provvedimento Badalamenti Jr, venerd’ scorso ha rotto il catenaccio per tornare nuovamente in possesso dell’immobile. Ne è nato uno scontro violentissimo con il sindaco di Cinisi Giangiacomo Palazzolo, tanto che sono intervenuti i carabinieri che lo hanno fatto sloggiare e lo hanno denunciato.
La querelle era stata innescata dopo che il figlio del boss aveva presentato il 23 luglio scorso un’istanza al Comune, intimando al sindaco di sgomberare il casolare. Solo che il provvedimento di revoca della confisca è stato notificato a Badalamenti dai carabinieri di Castellammare del Golfo (città dove risiede da tempo a casa della madre), ma non ancora al sindaco di Cinisi. Da qui lo scontro tra i due e la denuncia che i carabinieri hanno presentato contro Badalamenti, sembrerebbe per esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Pure il sindaco Palazzolo ha presentato denuncia ed è intenzionato a non restituirgli il casolare che nel frattempo è stato ristrutturato con fondi europei attraverso il Gal Golfo di Castellammare ed è sede delle attività per la valorizzazione della bovina cinisara.
“Mi sono dovuto misurare come primo cittadino con un atteggiamento violento e fuori da ogni regola – dice Giangiacomo Palazzolo – sembrava uno di quei film dove ad un certo punto i boss tornano dall’estero e dicono ‘adesso ci riprendiamo quello che e’ nostro’. Mi sono opposto con forza e grazie all’intervento dei carabinieri abbiamo fermato questa prevaricazione che aveva anche la pretesa di essere fatta in nome della legge. Non e’ mio costume commentare gli arresti – prosegue il primo cittadino di Cinisi – tuttavia credo sia importante sottolineare che in Sicilia non ci possiamo permettere leggerezze e tolleranza rispetto a certi comportamenti. Non possiamo abbassare la guardia, dobbiamo combattere la criminalita’ ma anche atteggiamenti e comportamenti violenti, prepotenti e intimidatori che sono espressione di una cultura mafiosa che purtroppo e’ dura a morire”.
A prescindere dal contenzioso, per il sindaco Palazzolo “Badalamenti non riavrà mai il suo bene perché esiste una legge che consente di trattenerlo al patrimonio di Cinisi e dei suoi cittadini. Una legge chiara – conclude – che intendiamo applicare. Il casolare non è casa sua, ma dei ragazzi della nostra comunità. Anzi, sin d’ora mi adopererò affinché alcuni spazi siano assegnati a Casa Memoria (la casa natale di Peppino Impastato)”.